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CANTONECertificato Covid al confine, «senza eccezioni per la fascia di frontiera»

15.09.21 - 09:35
È la posizione del Consiglio di Stato ticinese sulle misure messe in consultazione da Berna
Foto Davide Giordano
Certificato Covid al confine, «senza eccezioni per la fascia di frontiera»
È la posizione del Consiglio di Stato ticinese sulle misure messe in consultazione da Berna

BELLINZONA - Test obbligatorio per i viaggiatori non vaccinati e non guariti dal Covid che entrano in Svizzera (e quarantena se arrivano da paesi con varianti preoccupanti del virus). Anche se sono stati soltanto oltre confine per la spesa. È la soluzione per la quale propende il Consiglio di Stato ticinese, che ha fornito il proprio parere nell'ambito della consultazione avviata dalla Confederazione. Il Governo ticinese, in generale, condivide «la necessità di rafforzare i provvedimenti per ridurre la propagazione transfrontaliera del Covid-19, come si legge nella risposta (vedi documento allegato all'articolo).

Sono due le proposte che Berna ha di recente messo sul tavolo per prevenire l'importazione dall'estero del coronavirus. La prima prevede l'obbligo di test negativo per chi entra nel nostro paese senza un certificato Covid, con la necessità di effettuare un secondo test tra i quattro e i sette giorni dopo l'arrivo nel nostro paese. La seconda prevede invece un test all'ingresso e la quarantena in Svizzera, indipendentemente dal paese di provenienza.

Una soluzione intermedia - Il Consiglio di Stato ticinese propende dunque per una soluzione intermedia, che preveda l'obbligo di quarantena solo per i viaggiatori che provengono da Stati o regioni con varianti preoccupanti del virus. Limitando le restrizioni alla prima variante (il test ripetuto) «si contribuisce - secondo il Governo ticinese - solo in misura parziale alla riduzione della diffusione del virus, ritenuto che una persona contagiosa all'entrata, ma risultata negativa al test antigenico fatto prima di entrare nel nostro paese, può circolare tranquillamente per quattro-sette giorni, cioè fino al momento del test che metterà in evidenza la sua positività». Mentre la seconda proposta sarebbe sproporzionata all'attuale situazione epidemiologica.

Senza eccezioni - Inoltre le autorità ticinesi chiedono di evitare eccezioni per gli spostamenti transfrontalieri nelle zone di frontiera così come per gli espatri di breve durata. Questo «per ragioni di praticabilità dei controlli». Controlli che andranno comunque aumentati, come sottolinea il Cantone: «Condividiamo che le nuove disposizioni, per esplicare una certa efficacia, richiedano un aumento dei controlli orientati al rischio così come l'esecuzione di controlli casuali per garantire che i test dopo quattro-sette giorni siano effettivamente svolti».

Test a pagamento - Per quanto riguarda l'assunzione dei costi per i test, il Consiglio di Stato ritiene che quello dopo l'ingresso in Svizzera debba essere pagato dal viaggiatore. Una scelta «coerente con l'abbandono della gratuità dei test individuali nelle persone asintomatiche» a partire dal prossimo 1. ottobre. Ma il Cantone chiede di considerare la presa a carico del test al settimo giorno per essere sollevati dalla quarantena, «in quanto permette un controllo, che altrimenti andrebbe perso, della contagiosità di persone con un rischio accresciuto».

La decisione del Governo federale è attesa per questo venerdì.

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Consultazione restrizioni frontiera - La risposta del Consiglio di Stato ticinese
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