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CANTONE«Una vendemmia tardiva, di quelle che ormai non esistono più»

10.08.21 - 06:00
Il clima instabile che ha contraddistinto gli ultimi mesi ritarderà la raccolte dell’uva di un paio di settimane.
Ti Press
«Una vendemmia tardiva, di quelle che ormai non esistono più»
Il clima instabile che ha contraddistinto gli ultimi mesi ritarderà la raccolte dell’uva di un paio di settimane.
Si vendemmierà a metà settembre, come non accadeva da parecchio tempo. «Malgrado il maltempo, dovrebbe essere comunque un'annata discreta», spiega il presidente di Federviti Giuliano Maddalena. Preoccupa però la peronospora.

LUGANO - Da sempre la meteo influisce sulle annate vitivinicole. E quest’anno, più che mai, avrà un impatto sulla vendemmia. Il clima instabile di questa primavera, con repentini cali di temperatura, e il maltempo degli scorsi giorni renderà infatti necessario pianificare la raccolta delle uve con tempistiche diverse.

Decisive le prossime settimane - «Effettivamente rispetto allo scorso anno siamo in ritardo di un paio di settimane», conferma Giuliano Maddalena, presidente della Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana (Federviti). Le prossime settimane saranno comunque decisive per la maturazione delle uve. Se la meteo volgerà al meglio, «ci sono le prospettive per una vendemmia almeno discreta», secondo Maddalena. Tuttavia la raccolta delle uve quest’anno dovrebbe avvenire attorno alla metà di settembre. 

L'etichetta che racconta del passato - Naturalmente ci saranno delle differenze regionali, che dipendono come sempre dall’ubicazione dei vigneti - nelle valli si vendemmia più tardi rispetto alla pianura -, ma sarà in ogni caso un ritorno al passato. «Negli ultimi anni si è sempre vendemmiato in anticipo rispetto a quanto avveniva 20-30 anni fa - spiega Maddalena - ma se in commercio ci sono vini con nomi come “Selezione d’ottobre” un motivo c’è...». 

Le zone "a rischio" - Per quanto riguarda le quantità, inizialmente si prospettava un’annata nella media. Ma anche qui bisognerà fare i conti con le bizze del tempo. In particolare nelle zone colpite dalla grandine: «Le perdite maggiori riguardano specialmente la zona attorno a Biasca, la striscia nel Bellinzonese che va da Arbedo a Sant’Antonino e recentemente la regione delle Terre di Pedemonte e della Bassa Vallemaggia», illustra il presidente di Federviti. A causa dell'umidità intercalata da qualche giornata di caldo, c'è poi da fare i conti con malattie, muffe e insetti. Maddalena conferma infatti la presenza di alcuni focolai importanti di peronospora, che ha già arrecato danni soprattutto in Riviera. Ma preoccupano pure l'oidio e la drosophila suzukii.

Volumi minori che si tradurranno in un prezzo più elevato? Molto dipenderà dalla qualità delle uve, anche se le discussioni sono già iniziate. Se ne saprà di più fra un paio di settimane, quando si avrà un quadro più chiaro della situazione.

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COMMENTI
 

F/A-19 2 anni fa su tio
Beviamo acqua, è gratis e fa bene, al contrario del vino.
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