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LUGANO Inchiesta Adria in porto e nuovi rinvii a giudizio

15.07.21 - 06:00
Il crac milionario verso il processo, la procuratrice Chiara Borelli ha emanato un nuovo atto d'accusa
Tipress
Inchiesta Adria in porto e nuovi rinvii a giudizio
Il crac milionario verso il processo, la procuratrice Chiara Borelli ha emanato un nuovo atto d'accusa
A giudizio sono stati rinviati Adriano e Filippo Cambria, allora titolari dell'impresa di costruzioni Adria, nonché l’ex direttore della filiale ticinese della Banca Wir e altre persone coinvolte nel procedimento penale. Tra le principali imputazioni, la ripetuta truffa per mestiere

LUGANO - Tutti i nodi vengono al pettine in contemporanea per Adriano e Filippo Cambria. Nel giorno in cui l’Ufficio di esecuzione dà notizia di altre loro proprietà milionarie messe all’asta, il Ministero Pubblico riferisce della chiusura dell’inchiesta per il crac dell’impresa di costruzioni Adria.

Nei giorni scorsi la procuratrice pubblica Chiara Borelli (che ha assunto l’incarto coordinato inizialmente dall’ex Pg John Noseda e poi dall’ex pp Andrea Minesso) ha emanato un nuovo atto d’accusa. A giudizio sono stati rinviati i due Cambria, allora titolari della ditta Adria, nonché Yves Wellauer, l’ex direttore della filiale ticinese della Banca Wir e altre persone coinvolte nel procedimento. Le principali imputazioni sono quelle di ripetuta truffa per mestiere e ripetuta amministrazione infedele aggravata. La Procura fa sapere che «non vengono rilasciate maggiori informazioni». 

L’inchiesta aperta cinque anni fa da Noseda era quasi subito sfociata in un rinvio a giudizio per i tre, più altri due imputati con colpe minori, ma poi il Tribunale penale cantonale aveva rimandato gli atti in Procura. Nel 2016 l’ex Pg aveva stimato il buco lasciato dalle malversazioni in 30 milioni di franchi solo ai danni della Wir e dei suoi clienti. Più altri milioni riconducibili ai fallimenti di Adria Costruzioni e di altre due società. Non si conosce invece l’esatta entità del danno rilevato dalla Pp Borelli.

Di certo è che in questi anni i due Cambria, Adriano padre e Filippo figlio, sono ormai degli “habitué” del sito delle aste forzate. Quelle annunciate ieri rimandano alle tre proprietà dei Cambria che saranno battute all’asta dall’Ufficio di esecuzione di Mendrisio il prossimo 28 aprile 2022. Si tratta di due terreni situati a Cadro, in zona Poncina, del valore peritale complessivo di 1 milione e 760 mila franchi. Decisamente più importante il terzo fondo da 658 metri quadri che si trova nel centro di Paradiso. Una superficie non edificata per la quale il perito ha stimato un valore di 7,36 milioni di franchi. Per tutti e tre i fondi l’Ufficio di esecuzione indica Filippo Cambria quale debitore e Adriano come co-proprietario. 

Gli interessati all’asta dovranno comunque soppesare bene pro e contro. Uno dei due terreni a Cadro risulta infatti essere inquinato da idrocarburi a causa di un riversamento al suolo di combustibile nel 2015. Una parte del materiale era stata recuperata ma poi il crac ha posto fine alle operazioni di bonifica e oggi gli uffici cantonali stanno valutando se iscrivere o no il fondo al catasto dei siti inquinati. Su tutte le proprietà dei Cambria il Ministero Pubblico aveva posto un blocco a garanzia dei creditori.

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