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«La TV "sfrutta" le donne? Preoccupatevi dei social»

CANTONE«La TV "sfrutta" le donne? Preoccupatevi dei social»

18.05.21 - 20:51
Luca Tiraboschi, ex direttore di Italia 1, ospite di Piazza Ticino. Guarda la video intervista. 
Foto di Davide Giordano
«La TV "sfrutta" le donne? Preoccupatevi dei social»
Luca Tiraboschi, ex direttore di Italia 1, ospite di Piazza Ticino. Guarda la video intervista. 
Piccolo schermo italiano nel mirino. A lanciare la polemica, dalla Svizzera, è la "NZZ am Sonntag" che si scaglia contro programmi come "Striscia la notizia". 

LUGANO - La televisione italiana sfrutta il corpo e l'immagine della donna. Ad affermarlo è un recente articolo del magazine dell'autorevole "NZZ am Sonntag". Sotto accusa in particolare le veline di "Striscia la notizia". La notizia è rimbalzata anche nella Svizzera italiana dove molta gente segue la tivù d'oltre confine. Tio/20Minuti ne ha discusso con Luca Tiraboschi, ex direttore di Italia 1, per 30 anni nell'orbita di Mediaset, residente nel Luganese da qualche anno. 

La tivù italiana è davvero così maschilista? Secondo la NZZ nessuno in Europa farebbe peggio.
«Il tema è sicuramente rilevante e non va sottovalutato. Ritengo però che la polemica sia ormai superata. I primi a sollevarla sono stati gli stessi italiani diversi anni fa. Proprio in Italia ci sono state le prime "rivolte". È vero, bisogna fare attenzione. Ma non è stata la televisione a inventare questo "sistema", bensì la pubblicità. Negli ultimi dieci anni a livello televisivo sono stati fatti grandi passi in avanti. C'è più sensibilità. E ci sono anche i velini. Gli uomini sono messi in evidenza quanto le donne. Trovo siano stati introdotti accorgimenti fondamentali». 

Un esempio concreto?
«Le "ereditiere" della RAI. Prima erano semplici ballerine svestite. Adesso sono "professoresse" e sono vestite. Fanno molto più di prima. Certo, è una scelta che è stata fatta proprio a tutela della figura femminile».

Si discute sempre di più dell'importanza del ruolo della donna nei media e in televisione. Cosa ne pensa? 
«In realtà io penso che a contare debbano essere le capacità. Non il sesso. Nella televisione italiana comunque la presenza femminile è predominante. Anche a livello di conduzione. Pensiamo alla Toffanin, alla Palombelli, alla Hunziker, alla Carlucci, alla Balivo... Dalla Svizzera arrivano critiche alla televisione italiana? Mi sta bene. Però è importante magari concentrarsi di più sulla televisione svizzera, per migliorarla ulteriormente. In questo modo si evita che il pubblico "fugga" all'estero».

Tanti ticinesi guardano la tivù italiana. Secondo lei perché?
«La televisione italiana non ha nulla di meglio rispetto a quella svizzera. Forse in Italia ci sono più coraggio e una maggiore aderenza alla contemporaneità nella programmazione. RSI e Teleticino comunque hanno potenzialità enormi. Personalmente mi sono più volte messo a disposizione della RSI».

Torniamo al tema principale. Lei scagiona la TV dunque?
«Non voglio sminuire la questione. La TV però è migliorata. O ha cercato di farlo. Mentre oggi ci sono altri strumenti in cui l'immagine della donna è sfruttata in maniera incontrollata e sui quali non si stanno facendo abbastanza riflessioni. Ci sono social network dedicati ai giovanissimi in cui la donna viene ridotta a qualcosa di puramente estetico. Parlare male della televisione è facile. Fa rumore».

Apriamo una parentesi sui programmi sportivi. Spesso c'è una bella donna a condurre. Per il resto solo opinionisti maschi. 
«Credo sia uno stereotipo. È vero, in principio ci fu Alba Parietti con il suo Galagoal. Ne seguirono altre. Tutte belle, ma anche competenti. Io non voglio difendere la televisione a tutti i costi, anche perché si sa che lo sport è ancora una materia molto maschile. Giusto sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto di non strumentalizzare la donna. Però...»

Però?
«Però, lo ribadisco, la TV si è data una mossa. Mentre i social, i video musicali e la pubblicità non hanno fatto altrettanto». 

 

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