L’impatto della pandemia sul settore, visto dagli occhi di una giovane ticinese che l’ha subito in prima persona.
Non si spegne però la voglia di reinventarsi e di darsi da fare.
LUGANO - È un mercato del lavoro in crisi, quello che si prospetta ai disoccupati ticinesi. E, tra i settori più colpiti, spicca quello del turismo. Anna*, 33enne luganese attiva nell’ambito da 8 anni, ha perso il lavoro durante la prima ondata pandemica. «Ho iniziato una nuova esperienza lavorativa a febbraio 2020, lavorando come manager marketing e vendita per un hotel oltre Gottardo».
Ad aprile, quando si è capito che a causa del virus le prospettive future del turismo svizzero si facevano nere, l’hotel è stato venduto ad un altro gruppo alberghiero, e gran parte del personale, direttore compreso, licenziato. E così anche la nostra interlocutrice. «A quel punto mi sono trovata senza un impiego, e riuscivo a stento a mostrare le 12 ricerche di lavoro settimanali alla disoccupazione, perché le posizioni che uscivano erano estremamente poche».
Nuovi progetti - A novembre 2020, dopo tanti anni nella città sulla Limmat, decide di tornare in Ticino, e, nonostante la sua ampia esperienza lavorativa, è tuttora alla ricerca di un’occupazione. Da qui, nell’attesa di un posto fisso, la nascita di un’attività secondaria, frutto dell’energia di chi, al posto di demoralizzarsi, ha preferito darsi da fare: «Il mese scorso ho lanciato una startup che offre un servizio di box a domicilio, tramite abbonamento mensile o come vendita unica».
Stesse entrate - Un progetto sviluppato con passione, che però al momento non ha nessuna redditività per la giovane, perché il fatturato, che va dichiarato, va scalato dall’indennità di disoccupazione. È una disposizione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), spiega Paolo Cattaneo della Cassa disoccupazione OCST: «Qualsiasi guadagno, che sia da attività dipendente o indipendente, viene tolto dall’indennità, a meno che questo introito non fosse già presente prima dell’entrata in disoccupazione».
Nella formazione - Un clima di incertezza sentito anche da chi si sta formando nel campo del turismo e si appresta a entrare nel mondo del lavoro. Ce lo conferma il Direttore della Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona Charles Barras: «Attualmente il turismo, osiamo dirlo, non va bene. In Ticino un po’ meno che nel resto della Svizzera, ma ci troviamo comunque in una situazione oggettivamente difficile e problematica. Con il nuovo anno le prospettive stanno però migliorando».
Ricerca del primo lavoro - Gli studenti hanno modo di avere un valido strumento nella ricerca di impiego, la piattaforma internazionale Hosco, sottolinea Barras, attraverso la quale le aziende attive nel campo pubblicano le offerte di lavoro dirette agli studenti delle scuole alberghiere. «Attualmente ci sono 320 posti pubblicati, di cui circa l’80% per posti di stage e il 20% per delle posizioni fisse. La difficoltà è che in questa fase spesso si tratta di offerte per le quali non si sa bene quando inizierà il contratto. Ristoranti, strutture alberghiere e altre aziende turistiche cercano delle figure professionali, ma ne avranno bisogno solo dal momento in cui potranno lavorare a pieno regime, e questo varia in base alle disposizioni delle autorità. Quindi c’è spesso ancora dell’incertezza».
*vero nome noto alla redazione