Edo Pellegrini interpella il Governo esponendo presunte criticità sulla gestione di tamponi e quarantene.
Diverse le perplessità espresse. Ad esempio per la facoltà data ai genitori degli allievi di lasciare ai figli stessi la scelta se sottoporsi o meno al test.
BELLINZONA - Emergono timori in merito alla “Procedura accelerata per la gestione dei casi di positività al COVID-19 a partire dal 12 aprile 2021” emanata dal DECS.
Questa, come fa notare il deputato Udf in seno al gruppo Udc Edo Pellegrini in un'interpellanza al Governo (con altri firmatari), prevede che “in presenza al massimo di due casi positivi nella stessa classe gli allievi negativi tornano subito a scuola”, mentre che “in presenza di più di due casi positivi tutta la classe è posta immediatamente in quarantena”.
Percentuali troppo alte - «Pur rendendoci conto che un criterio occorre stabilirlo - viene sottolineato -, osserviamo che una questione è avere due casi positivi in una classe di 25 allievi (8%), un’altra è averli in una classe di 12 allievi (16.7%!). Ammettendo che la classe sia di 20 allievi, la percentuale sarebbe del 10%».
Pellegrini trasla la percentuale sull’insieme della popolazione ticinese: «Il 10% di positivi significherebbe 35'000 persone circa. Ci chiediamo: non si prenderebbero provvedimenti avendo 35'000 positivi in Canton Ticino?».
Dubbi sui test - Le citate disposizioni del DECS prevedono test antigenici (non obbligatori) per tutta la classe quando si scopre un caso positivo. «Data anche la bassa affidabilità, specialmente per quel che riguarda le varianti, di tale tipo di test, è possibile che, anche in presenza di soli uno o due casi positivi, altri allievi della classe siano, in realtà positivi» vene fatto presente nell'interrogazione.
Preoccupazioni emergono anche per il test facoltativo in farmacia dopo 5 giorni. «Come noto - prosegue Pellegrini -, i sintomi possono apparire anche dopo 5 giorni. Comunque si sa di persone cui le farmacie hanno fissato un appuntamento dopo 7-10 giorni, poiché oberate. In questa situazione vi è il rischio di allievi che senza saperlo (magari asintomatici) infettino altri, in attesa di fare il test».
Perplessità, infine, viene espressa pure per la facoltà data ai genitori degli allievi di lasciare ai figli stessi la scelta se sottoporsi o meno al test.
Qui di seguito le domande poste al Consiglio di Stato