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CANTONE / CONFINEIn Italia con il tampone, ma serve un “motivo valido”?

06.02.21 - 13:03
La confusione continua a regnare sovrana. Soprattutto, non è facile ottenere informazioni chiare e definitive
TiPress - foto d'archivio
In Italia con il tampone, ma serve un “motivo valido”?
La confusione continua a regnare sovrana. Soprattutto, non è facile ottenere informazioni chiare e definitive
La domanda resta una: è davvero così necessario recarsi oltre confine per la spesa?

BELLINZONA - «Giovedì io e mia madre abbiamo dovuto sottoporci a un tampone, che ha dato esito negativo il giorno seguente. Felici della notizia, abbiamo pensato di approfittarne per andare a Cannobio per fare un po' di spesa e andare in edicola a ritirare i giornali messi da parte su richiesta». La testimonianza è di un nostro lettore che ieri, però, si è ritrovato davanti due finanzieri.

Attraversata la dogana Madonna di Ponte, a Brissago, lui e la mamma non incontrano guardie di confine svizzere. Ma i due finanzieri italiani fermano l'auto. «Abbiamo mostrato sicuri il foglio che certificava il tampone negativo - racconta il nostro interlocutore -. Ci hanno risposto "gli svizzeri non possono entrare. È tutta la settimana che fermiamo persone che vogliono venire in Italia. Serve ancora il motivo comprovato e la segnalazione all'Asl"». I due vengono invitati a tornare indietro: «Ci hanno detto "se fossimo fiscalisti avremmo dovuto fare la multa a entrambi. Se volete proseguite pure, ma se beccate un blocco della polizia sappiate che vi multeranno». 

L'uomo cade dalle nuvole. Era convinto che il passaggio a zona gialla del Piemonte gli consentisse di fare un giretto in Italia certificando il tampone negativo. E dice che come lui, ha sentito molte persone che hanno intenzione di fare "la traversata" nel weekend. «Sono curioso, e spero di no, di vedere in quanti prenderanno una multa a questo punto. E sono tanti soldi».

Una cosa è certa: le informazioni sono poco chiare. Ne abbiamo parlato più volte anche su Tio/20minuti. Un altro lettore, venerdì sera, lo conferma: «Volevo andare in Italia domani, a comprare alcuni prodotti che qui non trovo. Ho chiamato la polizia di Stato italiana, la dogana. Non hanno saputo darmi una risposta definitiva. Sono in chiaro sulle regole per gli spostamenti interni, ma per chi arriva dall'estero sembra ci sia un po' di confusione. Io, però, ho deciso di non rischiare. Me ne resto a casa».

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