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CANTONENasce l’ABC per il Covid-19 in casa anziani

22.12.20 - 15:48
La piattaforma interdisciplinare permetterà ai vari attori di condividere le loro esperienze e dubbi.
Ti Press
Franco Tanzi, geriatra responsabile dell’area medica per ADiCASI e promotore dell’iniziativa
Franco Tanzi, geriatra responsabile dell’area medica per ADiCASI e promotore dell’iniziativa
Nasce l’ABC per il Covid-19 in casa anziani
La piattaforma interdisciplinare permetterà ai vari attori di condividere le loro esperienze e dubbi.
«In campo medico, e soprattutto di fronte a un nemico nuovo, la collaborazione è fondamentale», spiega il geriatra Franco Tanzi.

BELLINZONA - Uno dei pochissimi lasciti positivi della pandemia è la capacità dei diversi attori della sanità cantonale di fare squadra di fronte all’emergenza, abbattendo gli steccati e le diffidenze tra pubblico e privato. È con questa convinzione - «consci del valore della condivisione delle conoscenze e delle esperienze in campo medico, soprattutto di fronte a un nemico nuovo come il Covid-19» - che è stato ora creato l’Advisory Board COVID (ABC). Una piattaforma interdisciplinare dove i medici attivi nelle case per anziani del Canton Ticino e gli specialisti (internisti, palliativisti, geriatri) dei centri acuti Covid (Ospedale regionale di Locarno e Clinica Luganese Moncucco) potranno condividere studi, casi complessi e dubbi riguardo i pazienti geriatrici affetti dal virus residenti nelle case per anziani del nostro cantone. 

Condivisioni settimanali - «L’idea è quella di trovarsi online – come del resto siamo diventati soliti negli ultimi mesi - ogni settimana per condividere esperienze e indicazioni su come gestire i casi più complessi e favorire il precoce riconoscimento dell’anziano che può beneficiare di cure ospedaliere», spiega Franco Tanzi, geriatra responsabile dell’area medica per ADiCASI, promotore dell’iniziativa insieme a Claudia Gamondi, primario della Clinica di Cure Palliative e di Supporto allo IOSI.

Due obiettivi - L’Advisory Board Covid porta con sé due obiettivi, il primo e più evidente è quello di diminuire il peso di decisioni complesse sul singolo professionista e costruire un’attitudine alla condivisione in merito alla malattia e alle sue peculiarità. Il secondo fine, non meno importante, è quello di poter garantire ai residenti anziani una forma di “seconda opinione” su trattamenti e attitudine di cura senza forzatamente doversi recare in ospedale. Una trasferta in ospedale che porta spesso con sé una componente traumatica per l'anziano, che viene tolto da quella che è a tutti gli effetti la sua casa, con i suoi punti di riferimento in termini di luoghi e persone.

Rafforzare la collaborazione - «Quest’anno abbiamo visto come EOC, Clinica Luganese Moncucco, ADiCASI e tanti altri attori legati al mondo sanitario e assistenziale abbiano saputo collaborare per far fronte al meglio alla crisi sanitaria, un comportamento che forse stava andando indebolendosi negli ultimi anni», sottolinea il Dott. Tanzi. Il quale si augura che questa piattaforma possa continuare anche quando l’incubo COVID-19 sarà alle nostre spalle: «Dopotutto, da geriatra, so che il confronto con colleghi con specialità ed esperienze diverse è fondamentale per la gestione del paziente in età avanzata, spesso afflitto da diverse patologie e fragilità».

 

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