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CANTONELa Fashion Valley piange per il Covid

13.11.20 - 06:00
Le aziende annunciano un crollo degli introiti. Qualcuna addirittura la partenza dal Ticino. E trattano con i sindacati
tipress
La Fashion Valley piange per il Covid
Le aziende annunciano un crollo degli introiti. Qualcuna addirittura la partenza dal Ticino. E trattano con i sindacati

MENDRISIO - La valle della moda soffre per la pandemia. Il settore del fashion è tra i più colpiti a livello globale dall'emergenza Covid, e le conseguenze si fanno sentire anche in Ticino. I grandi marchi hanno attinto «in massa» al lavoro ridotto e finora - con l'eccezione di Philipp Plein, che ha licenziato una quarantina di collaboratori a Lugano in primavera - hanno «sostanzialmente mantenuto i livelli del personale» spiega a tio.ch/20minuti il segretario di Ticino Moda Alberto Riva.

L'impatto economico delle chiusure dei negozi, soprattutto all'estero, si fa comunque sentire e non poco. «Il giro d'affari è calato di circa il 40 per cento nel complesso. Alcune aziende hanno ancora da smaltire le collezioni primaverili, per intendersi» spiega Riva. Nei giorni scorsi l'associazione di categoria ha chiesto un incontro ai sindacati, per avviare una trattativa sugli aumenti salariali previsti nel settore da gennaio. «Serve una proroga di almeno un anno. Le aziende non ce la fanno». Qualcuno starebbe già preparando le valigie: un marchio d'alta moda svizzero, con 80 dipendenti a Mendrisio, avrebbe avviato preparativi per la delocalizzazione all'estero.  

Non in tutta l'industria, per fortuna, la situazione è così critica. Secondo le statistiche della Seco lo "tsunami" occupazionale per ora non c'è stato. In Ticino, nel mese di ottobre a entrare in disoccupazione «è stato soprattutto il personale stagionale», fanno sapere dalla Sezione del lavoro del Dfe. I settori più interessati «quello alberghiero e della ristorazione». Ma gli Urc hanno registrato «flussi in entrata e in uscita usuali» e in linea con gli anni passati. 

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