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CANTONELe testimonianze della pandemia in una banca dati

18.10.20 - 19:29
Il coronavirus ha stravolto la nostra quotidianità e il progetto Corona-Memory.ch vuole raccontare questo fenomeno
Glamilla
Luca Musarra, responsabile del progetto in Ticino
Luca Musarra, responsabile del progetto in Ticino
Le testimonianze della pandemia in una banca dati
Il coronavirus ha stravolto la nostra quotidianità e il progetto Corona-Memory.ch vuole raccontare questo fenomeno
«È fondamentale che le memorie relative a questa pandemia non vadano perse, ma che al contrario vengano conservate per un periodo a lungo termine» spiega Luca Musarra, student assistant all'Usi

LUGANO - L’iniziativa nasce durante il lockdown e si propone di essere una banca digitale. Corona-Memory.ch è quindi un archivio partecipativo che raccoglie testimonianze personali sulla pandemia di coronavirus in Svizzera. L’obiettivo è realizzare un luogo di memoria collettiva e di trasmettere, oggi e in futuro, le esperienze vissute in questa situazione di emergenza. Luca Musarra, student assistant all’Usi, racconta questo ambizioso progetto.

Come nasce l’iniziativa?
«È frutto di una collaborazione tra le Digital Humanities dell’Università di Berna, infoclio.ch, un’associazione che si occupa di scienze storiche della Svizzera, e l’Istituto Media e Giornalismo (IMeG) dell’Usi. IMeG e infoclio.ch negli anni hanno consolidato un forte rapporto caratterizzato da interessi comuni che spaziano tra la storia, i media e la comunicazione».

Quali sono le ragioni dietro la creazione di questa banca digitale?
«È fondamentale che le memorie relative a questa pandemia non vadano perse, ma che al contrario vengano conservate per un periodo a lungo termine. Un'altra ragione riguarda la ricerca scientifica e storica. Questo tipo di archivi rappresentano nuove forme di fonti nel tempo per dare la possibilità a generazioni e studiosi futuri di poter analizzare il periodo che stiamo vivendo».

Qual è stata la risposta del pubblico?
«Con il tempo, la popolazione ha compreso l’importanza del progetto. Le persone ci hanno sostenuti e ci continuano a sostenere, mandando contributi online e scrivendo cartoline. In molti, poi, ci hanno fatto i complimenti per la bella idea. Dare un contributo è volontario e anonimo, ogni persona è libera di lasciare un pensiero o un ricordo».

Quanti contributi sono stati raccolti finora?
«Abbiamo raccolto oltre 400 contributi. Per quanto riguarda la ripartizione tra le lingue nazionali, sono stati scritti 41 testi in italiano, 260 in tedesco e 113 in francese. È interessante, quindi, notare come questi numeri rispecchino assai precisamente le rispettive proporzioni delle lingue parlate in Svizzera».

Quali sono le tematiche trattate?
«Molti contributi raccontano delle lezioni online, altri parlano delle difficoltà riscontrate stando a casa o nella ripresa delle attività dopo il lockdown. Tuttavia, la maggior parte delle testimonianze esprime la forte resilienza davanti alle avversità. Difatti sono presenti anche sentimenti positivi come, ad esempio, il racconto di escursioni in montagna, la riscoperta del tempo libero, le tante attività creative che si possono fare in casa, e pochi sentimenti negativi sulla paura della malattia e sulle sue possibili conseguenze».

Siete presenti anche sui principali social media.
«Settimanalmente, ci soffermiamo su alcune tematiche emerse dal sito scegliendo i contenuti più interessanti da pubblicare sulle nostre pagine social (Twitter, Facebook e Instagram). Gli argomenti sviluppati finora sono relativi alla misurazione della temperatura, all'obbligo d'indossare la mascherina, all’organizzazione degli eventi in tempi complicati come questi. Abbiamo anche affrontato il tema del volontariato e della donazione di cibo». 

«Cerchiamo testimonianze di persone comuni»
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, i contributi raccolti non sono solamente digitali ma anche analogici. «Abbiamo stampato una serie di cartoline postali che servono a pubblicizzare meglio il progetto e a condividere con noi un pensiero o un ricordo personale, chiaramente anche in anonimato», ci spiega Luca Musarra. «Noi successivamente digitalizziamo la cartolina e la pubblichiamo sul nostro sito». Luca sottolinea anche la volontà del progetto di dare la possibilità a tutti i cittadini di partecipare. «In questo periodo si è chiesto a istituzioni pubbliche o a personalità di spicco di raccontare la realtà che stiamo vivendo. Noi, al contrario, coinvolgiamo le persone comuni invitandole a condividere la propria esperienza personale». Chi volesse partecipare al progetto è ancora in tempo, può lasciare il proprio contributo visitando il sito web Corona-Memory.ch.

 

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COMMENTI
 

toro75 3 anni fa su tio
Bravo Luca
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