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CANTONE«Il Ticino non brilla per la pulizia»

13.10.20 - 06:00
Gli appelli all'igiene servono davvero? Chi fa pulizie per mestiere ha qualcosa da dire
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«Il Ticino non brilla per la pulizia»
Gli appelli all'igiene servono davvero? Chi fa pulizie per mestiere ha qualcosa da dire
Nella Svizzera italiana le imprese di pulizie non stanno lavorando a pieno ritmo. L'Aicpt: «Picco a settembre, poi la domanda è calata»

BELLINZONA - Uffici tirati a lucido, negozi igienizzati di continuo. L'epidemia ci ha resi un po' tutti maniaci dell'igiene: ma il Ticino brilla davvero per pulizia? Per assurdo, i "sanificatori" di professione non stanno facendo salti di gioia.

Sono una settantina le imprese di pulizie nel nostro cantone, per un totale di oltre 3mila addetti. Anche loro sono usciti indolenziti dal lockdown, con i suoi strascichi. «La gente pensa che la situazione sanitaria abbia avvantaggiato le ditte di pulizie» spiega Paolo Thoma, presidente dell’Associazione Ticinese Imprese di Pulizia (Aipct). «Niente di più sbagliato». 

Durante i mesi più critici le donne e gli uomini delle pulizie in Ticino «hanno visto precipitare il lavoro» precisa Thoma. «Dove prima lavoravano dieci persone, ne sono rimaste una o due». Se non bastasse il Covid, il tele-lavoro ha fatto il resto. Con il ritorno alla normalità «siamo risaliti al 70-80 per cento della richiesta di prima». Ma alcuni settori «specie nell'industria e nel terziario avanzato» non sarebbero ancora tornati al lavoro a pieno ritmo. Nel complesso gli standard igienici nelle aziende «sono aumentati, arrivando in alcuni casi a richieste anche esagerate». 

Ma la voglia di pulito ha dei limiti. «Agli inizi di settembre si è registrata una leggera crescita della domanda e della frequenza delle pulizie» conferma Thoma. «Ma non si è stabilizzata. Con il passare delle settimane, le aziende hanno dovuto fare delle valutazioni e molte sono tornate sui propri passi». Non è una critica. «C'è chi ci tiene di più, chi di meno. Ma tutti devono fare i conti con il budget, e il momento è difficile». 

L'Aipct non vuole stare a guardare. L'associazione organizza corsi specifici, fa sensibilizzazione tra i propri soci. «Abbiamo elaborato vari scenari e protocolli, l'epidemia ha imposto nuove sfide e una specializzazione. L'idea che basti prendere in mano un secchiello per fare questo mestiere è definitivamente superata». 

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