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CANTONEAmmassati e senza mascherina sul bus: «Si può chiamare la polizia»

17.09.20 - 07:09
Si moltiplicano le segnalazioni di passeggeri poco prudenti, o stipati senza il rispetto di distanze sociali.
lettore tio/20minuti
Ammassati e senza mascherina sul bus: «Si può chiamare la polizia»
Si moltiplicano le segnalazioni di passeggeri poco prudenti, o stipati senza il rispetto di distanze sociali.
AutoPostale: «Non abbiamo mezzi o conducenti per aumentare le corse». Il farmacista cantonale: «Non facciamo la fine del canton Vaud».

BELLINZONA - Un teatrino surreale, quasi grottesco. Ad assistervi, nei giorni scorsi, le persone a bordo di un autopostale diretto verso Isone. All'origine dello "screzio" tra due passeggeri l'uso della mascherina, la cui obbligatorietà a bordo dei mezzi pubblici è stabilita dalla Confederazione, ma che in quel caso non era indossata da una viaggiatrice. L'invito del "dirimpettaio" all'uso della dovuta protezione gli è valso una sfilza d'insulti. Senza che nessuno sia intervenuto. Nemmeno l'autista del bus. 

Per l'esattezza, sono diverse le segnalazioni giunte in questi giorni da lettori preoccupati per la situazione degli autopostali in Ticino. E non solo per l'uso o meno delle mascherine, ma anche per il sovraffollamento. 

Distanze impossibili da mantenere - «In molti autopostali è di fatto impossibile attenersi alle disposizioni in materia di distanza. Perciò c’è l’obbligo generale d'indossare una mascherina», spiega, interpellata, la stessa società di trasporti.

«Può essere chiamata la polizia» - Chi non rispetta le regole? «Può essere escluso dal servizio - viene spiegato -. Nella pratica, però, non siamo in grado di rifiutare passeggeri alla fermata. Il personale conducente è responsabile di assicurare che le corse avvengano in modo sicuro e puntuale, non si fa carico di compiti di polizia».

Tuttavia, nell’ambito della sua attività, il personale di controllo dovrebbe segnalare ai passeggeri senza mascherina l’obbligo d'indossarla e, in caso di rifiuto, «si può richiedere come sempre l’intervento della polizia».

«Più corse? Non abbiamo i mezzi e i conducenti» - L'idea d'istituire più corse, per AutoPostale, è inattuabile: «Ci sono linee per le quali sono in servizio più veicoli (per esempio su alcuni percorsi turistici o per il trasporto scolari). Tuttavia, non è possibile utilizzare così tanti veicoli quanti ne servirebbero per mantenere le distanze sociali. Ci mancano sia i bus che i conducenti per poterlo fare. Anche per questo la mascherina va indossata».

Le linee più frequentate? «Valle Verzasca, Lugano-Morcote-Bissone, Bellinzona-Airolo e le linee con trasporti scolari speciali». E se qualcuno con il covid sale a bordo, la tracciabilità dei contatti diventa un problema. AutoPostale, infatti, non effettua il tracciamento dei contatti. «Tuttavia - spiega -, ha certamente senso che i passeggeri utilizzino l'app “SwissCovid”».

«L’obbligo va rispettato» - Ma la mascherina è davvero utile? Per il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, questo non dovrebbe nemmeno più essere argomento di discussione: «Esiste un obbligo e va rispettato. Nei contatti ravvicinati prolungati ci sono dati che ne dimostrano l'utilità, per cui chi non la indossa dovrebbe metterla o scendere». 

«Troppi la indossano nel modo sbagliato» - Zanini, in questo senso, è irremovibile: «Frequento anche io i mezzi pubblici. E ne vedo di tutti i colori. Non mi riferisco solo a chi non la indossa, ma anche chi lo fa nel modo sbagliato. Non coprirsi il naso, o toglierla per chiacchierare con il vicino di posto, è come non metterla affatto. Non voglio sembrare scurrile, ma lasciare fuori il naso è un po’ come mettersi le mutande lasciando scoperto il davanti».

Per il farmacista cantonale, però, indossarla nel modo giusto non è tutto. «Deve essere di quelle certificate. Ormai in giro troviamo quelle “giuste”, e poi quelle artigianali o industriali di stoffa. Ecco, in molti casi queste ultime sono solo capi d’abbigliamento, non proteggono nulla. Laddove c’è l’obbligo va indossata una mascherina che protegga davvero». 

«Non diventiamo il nuovo canton Vaud» - Il monito di Zanini è inequivocabile. «È vero che stiamo registrando pochi casi in Ticino. Ma abbiamo vicinissimo il caso del Canton Vaud. La situazione può precipitare in fretta. E dovesse accadere potremmo non essere più costretti solo a indossarla sul treno o sul bus».

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