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CANTONETroppi costi da sostenere, le misure anti Covid iniziano a pesare

09.09.20 - 18:02
Disinfettante, mascherine, plexiglas. Spese diventate fisse. Piange il borsellino dei piccoli imprenditori.
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Troppi costi da sostenere, le misure anti Covid iniziano a pesare
Disinfettante, mascherine, plexiglas. Spese diventate fisse. Piange il borsellino dei piccoli imprenditori.

LUGANO - Dopo oltre sei mesi, le misure anti Covid-19 iniziano a pesare anche sui borsellini dei piccoli imprenditori. Troppi i costi, ormai diventati fissi, da sostenere. Cosa ne pensa chi con questi costi è costretto a convivere tutti i giorni? Il viaggio di Tio/20Minuti parte dal distributore di benzina Avia di Ranzo (Gambarogno). La responsabile ci dice: «Al mese spendiamo circa 300 franchi solo di disinfettante, contando che bisogna metterlo all’entrata, nei bagni e per pulire i vari tavoli».

Se si parla di mascherine invece il costo ultimamente si è abbassato. «E ora – specifica la signora – al mese spendiamo circa 40 franchi, cambiamo sei mascherine al giorno, avendo complessivamente tre collaboratori. Inoltre si deve calcolare il costo "una tantum" dei vari plexiglas che ammonta a 400 franchi. Cifre importanti che non passano sicuramente inosservate».

Un altro ramo colpito è stato quello dei parrucchieri, come ci raccontano i proprietari di Vincenzo e Manuela Coiffure, a Muralto. Anche per loro i costi si aggirano intorno ai 300 franchi mensili. «Contando disinfettanti e mascherine per noi e per i clienti. Poi ci sono le mantelline monouso in plastica. Consideriamo, inoltre, che durante i primi tempi di riapertura, c’è stato meno guadagno. Per garantire la distanza sociale, non potevamo fare entrare in salone più di due persone alla volta».

Nella stessa situazione troviamo il settore della ristorazione. Dan Arroch, esercente del Luganese è demoralizzato. «Spendiamo circa 300 franchi mensili per disinfettante e mascherine, senza contare il costo del plexiglas dal valore di 100 franchi per metro circa. La speranza di tutti è quella di non dover affrontare un altro lockdown. Perché la maggior parte di noi non sarebbe in grado di riaprire. Ciò che ci richiede più impegno è il dover chiedere i dati ad ogni persona che entra nel locale, in una serata in cui possiamo ospitare cento persone, ci risulta stressante e costoso fare anche questo lavoro».

Ad alcuni invece la situazione non è cambiata per niente. È il caso di Claudia Valli titolare dell’Accademia di Mendrisio Hi-Tech Nails Academy. Si tratta dunque di una professionista attiva nel settore estetico. «La legge ci impone già regole ben chiare da tempo. Non ho dovuto modificare di molto le mie spese in campo sanitario, dato che i costi relativi all’acquisto di disinfettanti, guanti monouso e mascherine vengono integrati in un budget che sopporto da ormai 20 anni. L’unica spesa in più che ho avuto, data la situazione, è stata quella del plexiglas, il cui costo totale è stato quello di 80 franchi».

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