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STABIOLa tomba di Albisetti torna a risplendere

28.07.20 - 20:20
Terminati i lavori di restauro del sepolcro del celebre scultore. «Era in condizioni deplorevoli»
COMUNE DI STABIO
Sono terminati i lavori sul sepolcro di Natale Albisetti.
Sono terminati i lavori sul sepolcro di Natale Albisetti.
La tomba di Albisetti torna a risplendere
Terminati i lavori di restauro del sepolcro del celebre scultore. «Era in condizioni deplorevoli»

STABIO - L’opera di tutela, studio e valorizzazione dello scultore passa anche dal restauro della sua tomba. I lavori sul sepolcro del celebre scultore Natale Albisetti (1863-1923) sono terminati la scorsa settimana nel cimitero di Stabio.

Nota anche come Cappella Albisetti, la tomba custodisce le spoglie dell’artista, dei genitori Antonia e Ignazio e della moglie Fortunata ed è ornata con l’opera più celebre dello scultore, “Melchtal e suo figlio”, nota anche con il titolo di “Arnoldo da Melchtal”.

«Natale Albisetti è una delle figure storiche di maggior rilievo per Stabio - spiega il sindaco, Simone Castelletti -. Il Comune conserva l’importante gipsoteca dell’artista, che lo stesso Albisetti volle donare al suo paese d’origine. Il restauro del sepolcro è un ulteriore passo in avanti in previsione del centenario della morte di Albisetti, che cadrà nel 2023».

Il lavoro è stato effettuato da un team di restauratori composto da Sergio Pescia, già conservatore del Museo della civiltà contadina di Stabio, Tiziano Riva ed Enrico Gambardella. «La tomba era in condizioni deplorevoli, tutta coperta da sudiciume atmosferico e ambientale - racconta Pescia -. In quasi cent’anni nessuno se n’era mai occupato. Acidi, particellati, funghi, muschi e licheni negli anni hanno alterato e corroso i materiali e le superfici». «Dopo la pulitura, abbiamo ricoperto la scultura con un idrorepellente - aggiunge Tiziano Riva -, che la proteggerà per i
prossimi cinque anni». «L’Arnoldo da Melchtal - aggiunge la storia dell'arte Simona Ostinelli - riveste un ruolo di particolare rilevanza nel percorso di Albisetti, perché venne presentato all’Esposizione universale di Parigi nel 1900».

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