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Il mondo dell'auto è in ginocchio: «Eppure noi siamo molto positivi»

CANTONEIl mondo dell'auto è in ginocchio: «Eppure noi siamo molto positivi»

18.06.20 - 21:41
Mercato sotto choc dopo il Covid-19. A rischio pure il Salone di Ginevra. Parla lo specialista Roberto Bonfanti.
Ti-Press
Roberto Bonfanti, in un'immagine di qualche anno fa.
Roberto Bonfanti, in un'immagine di qualche anno fa.
Il mondo dell'auto è in ginocchio: «Eppure noi siamo molto positivi»
Mercato sotto choc dopo il Covid-19. A rischio pure il Salone di Ginevra. Parla lo specialista Roberto Bonfanti.
Il presidente della sezione ticinese dell'Unione professionale svizzera dell'automobile (UPSA), ospite di Piazza Ticino, vede il bicchiere mezzo pieno: «C'è entusiasmo, anche tra i clienti».

Il Salone di Ginevra è a rischio fallimento. La notizia ha fatto il giro del pianeta. La storica rassegna, annullata a marzo 2020 a causa del Covid-19, potrebbe saltare anche nel 2021. O addirittura sparire per sempre. Roberto Bonfanti, presidente della sezione ticinese dell'Unione professionale svizzera dell'automobile (UPSA), intervenuto su piazzaticino.ch, non è sorpreso di fronte a questa situazione. 

Cosa pensa del possibile fallimento del Salone di Ginevra?
«È chiaro che noi addetti ai lavori prendiamo con dispiacere questa ipotesi. È una kermesse unica nel suo genere, affascinante, piena di novità, organizzata in modo ineccepibile. Il nuovo coronavirus ha avuto un peso. Ma già da qualche anno i grandi marchi stavano facendo delle riflessioni». 

In che senso?
«La forma di questa manifestazione è sempre rimasta un po' statica, mancava dinamismo. Ecco perché alcuni partecipanti avevano già deciso di non esserci più. L'emorragia era già in atto, si valutavano altri canali di investimento, grazie anche alla tecnologia che permette di ridurre i costi». 

Il 73% dei marchi automobilistici ha dichiarato che nel 2021 non parteciperà ad alcuna fiera... 
«Le fabbriche si sono fermate durante il lockdown. Al momento gli obiettivi sono la sopravvivenza e la ripresa. Bisogna salvaguardare dei posti di lavoro. I soldi, allo stato attuale delle cose, non possono essere investiti nella partecipazione agli eventi fieristici. È comprensibile».

Prima del Covid-19 lo stato di salute del mercato dell'auto era buono. Si parlava di auto elettrica, di auto che viaggia da sola...
«È chiaro che il Covid ha ritardato tutto. Il settore si è fermato. L'obiettivo dell'elettrificazione rimane. I costruttori continueranno a lavorare in quest'ottica. La guida autonoma, su cui si stanno facendo passi da gigante, arriverà più avanti». 

Un dato inquietante: calo del 57% delle vendite di auto in Europa in maggio. 
«Sono dati eloquenti, ma che vanno contestualizzati. Ad aprile il dato era ben peggiore. Quello che notiamo è, invece, che c'è una ripresa. A giugno le cifre saranno già nettamente migliori».

Il Covid ci ha impoveriti così tanto?
«Non so se ci sia stato un impoverimento generale. Non tutti i consumatori hanno avuto riduzioni del salario, in molti inoltre hanno avuto diverse spese in meno durante il lockdown. E infatti non ci aspettavamo entusiasmo nell'acquisto di automobili dopo la riapertura dell'11 maggio. Invece c'è stato. Anche e soprattutto da parte dei clienti».     

Come è il morale dei professionisti dell'auto nella Svizzera italiana? 
«Non facciamo i salti di gioia. Il periodo è stato difficile. Non riusciremo a recuperare la cifra d'affari persa quest'anno. Ma c'è tanta voglia di tornare alla normalità. Le aziende coscienziose supereranno bene questo momento». 

 

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