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CANTONELegge sul CO2: «Anche il Ticino dovrà fare la sua parte»

13.06.20 - 10:12
Berna ha deciso, ma ora Bellinzona deve aiutare chi non può fare a meno dell'auto, sostiene il vicepresidente PS Ticino
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Legge sul CO2: «Anche il Ticino dovrà fare la sua parte»
Berna ha deciso, ma ora Bellinzona deve aiutare chi non può fare a meno dell'auto, sostiene il vicepresidente PS Ticino

BELLINZONA - Approvata questa settimana al Nazionale, la nuova legge sul CO2 ha suscitato tiepidi entusiasmi e accese critiche. Per i sostenitori è uno strumento che contribuirà a rispettare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima. Per i contrari, un'inutile stangata che risulta ancora più odiosa in tempi di crisi economica.

In una presa di posizione sul provvedimento approvato dalle Camere federali, anche il vicepresidente del PS cantonale Evaristo Roncelli ammette che «il momento storico non è certo dei migliori per annunciare la nuova legge sul CO2», ma sottolinea che «la politica ha i suoi tempi e il cambiamento climatico non aspetta». Per l'esponente socialista, dopo la scelta fatta a Berna la palla è ora nel campo del Ticino, che dovrebbe potenziare il trasporto pubblico e prevedere «aiuti» per chi fosse messo particolarmente in difficoltà dalle nuove tasse: «Anche il nostro Cantone dovrà fare la sua parte», sostiene.

«Il sistema politico svizzero prevede che ci siano delle regole federali e che poi i Cantoni prendano misure proprie per compensare eventuali situazioni particolari», scrive il responsabile per le questioni economiche del PS TI. «Il Canton Ticino è un Cantone geograficamente complesso, dove è complicato offrire un servizio di trasporto capillare, in modo particolare nelle valli- aggiunge -. Il PS deve farsi promotore dell’equità sociale nella svolta ecologica. Per fare questo dovrà chiedere un ulteriore aumento degli investimenti nel trasporto pubblico, affinché sempre più persone possano utilizzare il mezzo di trasporto pubblico».

Per Roncelli, il fatto che da «un viaggio coi mezzi pubblici da Caslano a Grancia duri come un viaggio fra Berna e Zurigo (un’ora)» non è l'unico problema. «A queste difficoltà si aggiungono quelle economiche, che obbligano molte persone a lavorare a turni o su chiamata e costringono molti a doversi arrabattare per conciliare lavoro e famiglia - afferma -. Questo implica che qualcuno l’automobile la deve usare, non per voglia ma per necessità».

Secondo l'esponente socialista, «in Ticino sarà necessario pensare a degli aiuti puntali per chi un’auto o un riscaldamento a basso consumo non può permetterseli e non ha alternative»: «Se gli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche o per gli investimenti nel risparmio energetico sono sicuramente positivi, da soli non bastano - scrive Roncelli -. È necessario pensare a misure compensative per le persone a basso e medio reddito che vivono in zone discoste e poco servite dai trasporti pubblici. Inoltre, bisognerà chiedere ai datori di lavoro uno sforzo, creando una compensazione finanziaria a chi lavora a turni o su chiamata».

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