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Lombardia e Piemonte potrebbero non riaprire il 3 giugno

CONFINELombardia e Piemonte potrebbero non riaprire il 3 giugno

26.05.20 - 10:23
Muro delle regioni del Sud contro una libertà di movimento senza controlli. L'anticipo aveva stupito anche Berna.
Keystone
Lombardia inaccessibile anche dopo il 3 giugno?
Lombardia inaccessibile anche dopo il 3 giugno?
Lombardia e Piemonte potrebbero non riaprire il 3 giugno
Muro delle regioni del Sud contro una libertà di movimento senza controlli. L'anticipo aveva stupito anche Berna.

ROMA / BELLINZONA - L'annuncio era arrivato a sorpresa sia per i partner europei sia per la Svizzera: l'Italia riapre ai turisti il 3 giugno. Man mano che quella data si avvicina, però, su tale ipotesi iniziano ad affollarsi i dubbi, soprattutto per quanto riguarda le regioni che confinano con il Ticino.

Secondo informazioni del Corriere della Sera, la riapertura di Lombardia e Piemonte potrebbe infatti slittare di una o persino due settimane. La decisione potrebbe rendersi necessaria se dal monitoraggio dei contagi che sarà pubblicato venerdì emergessero eventuali «criticità». La misura potrebbe interessare anche l'Emilia-Romagna. 

A determinare l'ipotesi di un rinvio sarebbero state le resistenze dei presidenti di alcune regioni del Sud ad accogliere senza restrizioni visitatori provenienti dalle aree del Paese più colpite dal Covid-19. Sardegna, Sicilia, Puglia e Campania minacciano di vietare l'accesso sul proprio territorio, in particolare se non fossero introdotte forme di controllo come il certificato di negatività al Sars-CoV-2.

A lasciar intravedere una possibile marcia indietro su un'apertura generalizzata il 3 giugno è anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Su "Frontiere" su Rai1, il pentastellato ha infatti evocato stretti contatti con i partner Ue per un «D-Day europeo» del turismo il 15 giugno, la data sulla quale finora tutti i Paesi dell'Unione si stavano allineando, ad eccezione dell'Italia e della Spagna, che prevede di riaprire in luglio.

La decisione «unilaterale» di Roma aveva preso alla sprovvista anche il Consiglio federale, che si era riservato il diritto di decidere «autonomamente» come procedere. A sud delle Alpi, l'annuncio italiano aveva causato un certo subbuglio. Il presidente del Consiglio di Stato ticinese, Norman Gobbi, aveva definito «rischiosa» un'eventuale apertura alla Lombardia in questa fase. 

 

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