Cerca e trova immobili

CANTONELe palestre riaprono le porte, tra distanziamento e pulizia accresciuta

11.05.20 - 06:11
La Federazione svizzera dei centri fitness e di salute ha fornito un documento di 19 pagine per il piano di protezione.
Depositphotos - foto d'archivio
Le palestre riaprono le porte, tra distanziamento e pulizia accresciuta
La Federazione svizzera dei centri fitness e di salute ha fornito un documento di 19 pagine per il piano di protezione.
Ogni centro userà la sua sensibilità nell'applicarlo. I clienti di Activ Fitness, invece, restano a casa

LUGANO - A partire da questa mattina le attività sportive saranno permesse. Le discipline potranno riprendere con gruppi di massimo 5 persone e senza contatto fisico. Palestre e centri fitness dunque possono riaprire, ma solo dopo aver presentato un piano di protezione. Lo ha annunciato la consigliera federale Viola Amherd (DDPS) lo scorso 29 aprile in conferenza stampa, cogliendo alcuni di sorpresa. Da allora è iniziata una maratona per capire come comportarsi e riuscire a mettere in sicurezza i centri prima di lunedì.

19 pagine di piano di protezione - Dopo due mesi di chiusura forzata, le regole base sono tre: una persona ogni 10 metri quadrati, igiene e distanziamento sociale. Questo limita gli accessi e lo spazio a disposizione all’interno delle palestre. «Abbiamo lavorato moltissimo per riaprire - spiega Jürg Heim, delegato per la Svizzera italiana della Federazione svizzera dei centri fitness e di salute -. Già a inizio aprile abbiamo sottoposto il piano di protezione». Un documento di 19 pagine per mettere in sicurezza i centri che tutti devono applicare. Ogni imprenditore in base alle caratteristiche logistiche della palestra, «farà le sue riflessioni e adotterà eventuali misure supplementari». Heim sottolinea come anche per l’UFSP sia importante che la popolazione possa tornare a fare esercizio fisico e prendersi cura di sé, «del corpo e della mente». 

Entrata su prenotazione - Tra chi riaprirà c’è il centro A-CLUB di Savosa. «Abbiamo sviluppato un piano di protezione ben definito, curato nei dettagli, che ci mette nella condizione di proteggere sia i clienti che i collaboratori, condizione per noi sine qua non per riaprire», afferma la direttrice Simona Malagoni. Restano chiuse piscine, centro benessere, lounge bar, ristorazione e i campi da calcetto. Gli spogliatoi saranno accessibili solo per il cambio obbligatorio delle scarpe (con copriscarpe obbligatorio), ma niente doccia. L’accesso sarà regolamentato e scaglionato in fasce orarie: i clienti dovranno prenotarsi (tramite app, telefono o whatsapp) e avranno a disposizione un’ora e mezza per loro. «In questa prima fase è fondamentale avere dei flussi di persone il più possibile controllati e regolamentati per garantire la sicurezza. - aggiunge la direttrice -. Tra ogni fascia oraria è prevista mezz’ora per sanificare gli ambienti». Tutti i clienti hanno ricevuto le regole che disciplinano il piano di apertura e sui social è stato postato un video tutorial per illustrare quello che troveranno al rientro in palestra. «Si tratta di regole “logiche”, dettate dal buonsenso e siamo fiduciosi che non solo le rispetteranno ma le apprezzeranno».

«Era ora, siamo felici» - Il centro Fit Lab 2.0, invece, scalpitava per riaprire. «Per noi è una manna dal cielo - spiega il titolare Mauro Quattrociocchi -. Siamo una piccola palestra, che già prima lavorava su prenotazione con allenamenti individuali. Questo ci permette di riaprire in sicurezza». In costante contatto con l’istituto di verificazione QualiCert, si sono organizzati per applicare le normative richieste: alla base ci sono sterilizzazione e sanificazione. In sala fitness saranno presenti massimo 5 persone alla volta, gli operatori indosseranno guanti e mascherina, verrà garantita la distanza di due metri tra le persone, si utilizzeranno porte diverse per accedere e lasciare il centro. Dopo ogni cliente, il personale disinfetterà l’attrezzatura, così come verranno sanificate le due cabine doccia disponibili. «Già prima della chiusura abbiamo iniziato a sterilizzare con l’ozono, che è meno dispendioso e più ecologico - aggiunge Quattrociocchi -. Abbiamo già tanti appuntamenti per questa settimana, la gente ha voglia di tornare ad allenarsi».

«Non credo ci sarà la fila» - Con una sensibilità differente riaprirà anche Free Time Club, che ha rimbiancato tutto il centro. Qui le entrate non saranno scaglionate, ma monitorate e registrate. Gli attrezzi disponibili saranno meno rispetto al solito, per il distanziamento sociale. Alcuni macchinari sono stati spostati e tutti gli spazi saranno contrassegnati affinché gli utenti non siano vicini l’uno all’altro. Armadietti e docce saranno chiusi, come saune e bagno turco. All’interno della palestra ci sarà sempre un addetto alla pulizia e la sala dei corsi verrà sanificata alla fine di ogni lezione. «Almeno la prima settimana non prenderemo nuove iscrizioni - spiega il club manager Paride Oggioni -. Non sappiamo come sarà la risposta, ma crediamo che alcuni saranno ancora paurosi. E il pubblico over 65 non verrà subito probabilmente. Non credo ci sarà la fila fuori».

Activ Fitness non riapre - Controcorrente sono i centri Activ Fitness di Migros, che hanno deciso di non riaprire in Ticino. «Ci prendiamo ancora una settimana (o due) per valutare bene il piano di protezione - spiega il responsabile regionale del gruppo Simone Posavec -. Non vogliamo fare un passo falso». Gli abbonati - circa 10’000 - hanno la possibilità di frequentare tutti i centri del cantone (e svizzeri). «Questo rende la nostra situazione diversa». Con prudenza, i centri ticinesi preferiscono aspettare e anche «far capo anche all’esperienza dei cugini oltre Gottardo» che riaprono oggi. «Non è che non siamo pronti, ma vogliamo capire meglio le dinamiche - conclude Posavec -. Magari è troppa prudenza, ma preferiamo così e la maggior parte dei clienti lo apprezza».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

spank77 3 anni fa su tio
Ormai meglio rassegnarsi...la Svizzera è divisa in 3 Gruppi di pensieri COVID: 1) Chi non vuole nessuna misura preventiva e snobba anche quelle aggiuntive in caso di rischio di afflusso persone maggiore (mascherine, limitazioni accesso...) ==> "Tutto subito come prima...è solo una influenza...impossibile in Svizzera situazione vissuta in Lombrdia...siamo Svizzeri...speciali...diversi da resto dell'Europa…" 2) Chi vuole applicazioni intelligenti e misurate (limitazioni di accesso, mascherine dove necessario…) = ripartire lentamente OSSERVNDO COSA SUCCEDE PRIMA DI ACELLERARE..."non siamo diversi dagli altri "..."meglio fare attenzione che ritrovarsi nella popo fino al collo..".."ripartire certo ma lentamente" 3)Chi non uscirebbe di casa e chiuderebbe tutto. Rischio zero. La maggior parte si divide nel gruppo 1 e 2. Io mi ritengo gruppo 2 e francamente ho rinunciato a discutere con il gruppo 1. Scelgo l'opzione del "Me ne frego altamente...penso a me e a come ridurre al Massimo il rischio di contagio bilanciando funzionalità economica e sociale.. Se uno si vuole buttare nella mischia come prima che si butti...magari gli va bene e il virus sta andando in Standby fino all'autunno...e speriamo. Se si ammala magari gli va bene come alla maggiorparte oppure è sfortunato e fa parte di quell ca. 15-20% che richiede ricovero - assistenza

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a spank77
... Ridurre al minimo ??

sedelin 3 anni fa su tio
limitazioni superflue e dannose per una vita normale. lo stato ha decretato il fallimento delle palestre e molto altro: meditate gente!
NOTIZIE PIÙ LETTE