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CANTONEQuadri chiede una “finestra di crisi” contro nuovi permessi G e B

04.05.20 - 09:04
Il consigliere nazionale punta il dito contro il Consiglio federale: «Avete mandato il Ticino allo sbaraglio»
Tipress
Quadri chiede una “finestra di crisi” contro nuovi permessi G e B
Il consigliere nazionale punta il dito contro il Consiglio federale: «Avete mandato il Ticino allo sbaraglio»
Per Quadri «è intollerabile che il Consiglio federale adesso prema per il ripristino integrale della libera circolazione delle persone quando il numero di disoccupati ticinesi è destinato ad aumentare drammaticamente»

BERNA/LUGANO - Appena chiusa la “finestra di crisi” sanitaria, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri chiede al Consiglio federale di riaprirne un’altra, economica ma direttamente legata alla pandemia.

«Il Ticino - si legge nella mozione inoltrata oggi dal leghista - deve essere autorizzato a respingere le nuove richieste di permessi G (per frontalieri, ndr) e B (dimora, ndr) applicando con il massimo rigore la preferenza indigena nella forma votata dal popolo – non certo nell’inutile versione “light” approvata dalle Camere federali – e questo alfine di sostenere il ricollocamento dei disoccupati ticinesi».

L’emergenza sanitaria generata dal coronavirus, sottolinea il deputato, «è evidente che sfocerà in un’emergenza economica, occupazionale e sociale». Il Ticino risulta essere una delle regioni più colpite al mondo dal virus in proporzione al numero degli abitanti. In questa situazione, afferma Quadri, «una pesante responsabilità la porta il rifiuto del Consiglio federale di chiudere per tempo le frontiere con l’Italia con motivazioni grottesche, del tenore “il virus non si ferma ai confini”. Il Ticino è stato mandato allo sbaraglio dal Consiglio federale».

In questo contesto, continua il consigliere nazionale, «è intollerabile che il Consiglio federale adesso prema per il ripristino integrale della libera circolazione delle persone ed il ritorno al rilascio di nuovi permessi G e B quando, a seguito della crisi economica da coronavirus, il numero di disoccupati ticinesi è destinato ad aumentare drammaticamente». 

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