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Le ansie di una mamma che vive due diverse quarantene

CHIASSOLe ansie di una mamma che vive due diverse quarantene

04.05.20 - 06:30
Una giovane donna che vive in Italia e lavora in Ticino racconta la sua quotidianità sconvolta dal coronavirus
Tipress
Le ansie di una mamma che vive due diverse quarantene
Una giovane donna che vive in Italia e lavora in Ticino racconta la sua quotidianità sconvolta dal coronavirus

CHIASSO - «Mi sento come un’acrobata in precario equilibrio tra due territori e tra tante emozioni che oscillano dalla contentezza alla paura». Così si racconta una giovane donna italiana che abita in Italia e lavora in Canton Ticino e che ha visto la sua quotidianità sconvolta dall’emergenza Covid-19.

Perché è faticoso vivere due situazioni diverse, con leggi diverse, decreti diversi, organizzazioni sociali diverse... «Da fine febbraio l’Italia ha chiuso le scuole e quindi mia figlia, che frequenta la primaria, era a casa, invece io continuavo a dover andare in Svizzera sul posto di lavoro – racconta – così l’ho affidata ai miei genitori che però vivono in una delle province lombarde più colpite dall’epidemia. La preoccupazione era grande ma non potevo fare altrimenti: anche il mio compagno lavora e ha figli che vivono con noi qualche giorno a settimana». Al lavoro si recava con timore anche per la situazione contagi: «I primi giorni c’è stata confusione, non si capiva chi poteva entrare  in Svizzera e quando si è chiarito sono rimaste le paure di chi lavorava in contesti in cui il contatto ravvicinato è inevitabile - ricorda - fino a metà marzo ho vissuto nell’angoscia, poi finalmente ho potuto iniziare lo smart working da casa. Prima di far rientrare mia figlia mi sono messa in isolamento volontario per 15 giorni, per precauzione; solo ai primi di aprile la piccola è tornata». 

Da quel giorno le ansie si sono un poco attenuate... «Non del tutto perché da parenti e amici, continuano ad arrivare notizie di lutti, che hanno colpito non direttamente la mia famiglia ma la cerchia di conoscenti sì». Le preoccupazioni sono state distratte dalla mole di lavoro in casa: oltre al suo si è aggiunta la cura della vita quotidiana e le attenzioni alle lezioni a distanza seguite dalla figlia. «A sera sono esausta - conclude - però mi sento privilegiata perché mi rendo conto che non mi manca proprio nulla, ho ancora uno stipendio e non è da tutti. Sono contenta di aver riscoperto la bellezza degli affetti familiari e delle piccole soddisfazioni di tutti i giorni». 

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