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LUGANO«Ma quale cresta, se solo i politici controllassero i prezzi dei fornitori»

30.04.20 - 16:37
Polemica su forfait di 5 franchi applicato da parrucchieri e centri estetici. Un’operatrice del settore spiega il perché
Keystone
«Ma quale cresta, se solo i politici controllassero i prezzi dei fornitori»
Polemica su forfait di 5 franchi applicato da parrucchieri e centri estetici. Un’operatrice del settore spiega il perché
Prezzi alle stelle del materiale per garantire la sicurezza dei clienti. «Il forfait di 5 franchi serve a ben poco a fronte dei costi per le misure di igiene anti Covid».

LUGANO - LUGANO - Prezzi di mascherine, gel e separatori in plexiglas duplicati rispetto al passato. Anche più del doppio in alcuni casi. Ne sanno qualcosa parrucchieri e centri estetici che hanno dovuto riaprire lunedì. Per poter rimettersi a lavorare secondo le disposizioni imposte dal Consiglio federale, hanno dovuto sborsare un bel po’ di soldi per acquistare tutto il materiale necessario a garantire la sicurezza e l’igiene dei clienti. E se qualcuno di loro ha applicato un sovrapprezzo di cinque franchi in più sul pagamento finale del lavoro, c’è chi si è indignato, come il consigliere comunale PLR Ugo Cancelli che ha perfino inoltrato un’interrogazione al Municipio di Lugano parlando di «pizzo inaccettabile» facendo intendere che parrucchieri, barbieri e saloni di bellezza stiano facendo la cresta sulle misure di protezione.

Accuse che non sono per niente piaciute a chi opera nel settore. B.G. ha un istituto di bellezza in centro a Lugano e sa cosa ha voluto dire rimettersi in carreggiata con tutti i crismi in pochi giorni. «Il forfait di igiene è stato introdotto per compensare i numerosi costi aggiuntivi che si sono presentati con i nuovi protocolli di lavoro per garantire sia al personale sia al cliente un ambiente sicuro» spiega. Già, perché il lavoro di pulizia e igiene è aumentato rispetto a prima e ha un costo. «Ogni giorno dobbiamo calcolare la perdita di minimo un’ora di lavoro per i 10 minuti tra un cliente e l'altro per far arieggiare l'ambiente, disinfettare completamente le postazioni e per mantenere le distanze tra un cliente e l'altro».

Per non parlare dei costi del materiale igienico come ad esempio le mascherine, guanti, gel disinfettante, camice, visiere di plexiglas che in parte prima non erano necessari.  «Tutti i prezzi dei prodotti d'igiene e di monouso sono aumentati fino al 120%. Le mascherine chirurgiche ad esempio sono passate da 10 centesimi di tre mesi fa, a un prezzo attuale che oscilla tra 85 centesimi e 1 franco e 20. E stiamo parlando di quelle usa e getta, mica delle FFP2».

E poi ci sono ancora i costi per i pannelli divisori in plexiglas, la gestione degli spazi che obbliga un numero ristretto di persone. «Lavoravo con tre estetiste, mentre ora posso usufruirne solo di due. Certo, posso ancora approfittare e compensare con il lavoro ridotto, ma i costi di gestione di una qualsiasi azienda non sono solo quelli del personale. E non credo ci sia bisogno di elencarli».

Insomma a fine giornata – stando al racconto della nostra interlocutrice il gioco non vale la candela: «Quel forfait di cinque franchi serve a ben poco a fronte dei costi per le misure di igiene Covid-19». E conclude con amarezza: «Anziché indignarsi per i cinque franchi, i politici dovrebbero controllare i prezzi dei fornitori, i quali stanno approfittando della nostra necessità del momento».

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