I Collegi degli Esperti di Scuola media e dei Consulenti didattici: «Non compromettiamo il lavoro svolto fino ad ora»
BELLINZONA - La ventilata riattivazione degli spazi scolastici a partire dall’11 maggio 2020, preoccupa le Presidenze congiunte del Collegio Cantonale degli Esperti di Scuola media (CCE) e del Collegio Cantonale dei Consulenti didattici (CCC). Le prime ipotesi trapelate circa le modalità di riapertura appaiono «di difficile attuazione e rischiano di creare ansie eccessive sia nei docenti, sia negli allievi e nelle rispettive famiglie».
I rischi che vengono identificati riguardano l’insegnamento e dell’apprendimento: «Il pericolo maggiore - sottolineano il CCC e CCE - è quello di compromettere in modo importante e senza vantaggi visibili gli sforzi messi in atto in queste settimane nella didattica a distanza. Tale modalità – dopo una fase di messa a regime – garantisce finalmente una routine che ha cominciato a dare i suoi frutti, pur con tutti i suoi limiti, dal profilo didattico come da quello pedagogico e dell’accompagnamento».
L’apertura delle aule scolastiche, con la conseguente messa in atto di un triplo registro pedagogico-didattico – l’insegnamento a distanza, in presenza e l’accudimento –, rischia, secondo i due Collegi «di disperdere ancora di più le preziose forze degli insegnanti e degli allievi, desecurizzandoli».
Un’apertura della scuola come luogo fisico pare, quindi, «avventata quanto controproducente, se non immaginando un dispositivo di fruizione molto mirato dei servizi scolastici per allievi con necessità particolari». «Le motivazioni addotte per giustificare l’opportunità di un rientro generalizzato a scuola in data 11 maggio .- si conclude -, facendo astrazione dai vincoli e dalle opportunità di ordine politico e sociale e dalle diverse letture del dato epidemiologico, non paiono davvero sufficienti a fugare le molte perplessità».