Da oltre 18 anni viveva collegato a un respiratore meccanico. Il giovane è deceduto nella serata di lunedì.
Mamma Annabella racconta il suo dolore: «Il sorriso di mio figlio rimarrà per sempre».
RIVIERA - Ha vissuto per oltre 18 anni inchiodato al suo letto, attaccato alle macchine e a un respiratore meccanico. Amorevolmente accudito da sua mamma, Annabella. Giuseppe Russo se ne è andato in un lunedì sera di metà aprile. Improvvisamente. Non se lo è portato via il Covid-19. Si è spento semplicemente, nella sua abitazione di Cresciano (Riviera).
La storia di Giuseppe e di Annabella era stata descritta su Tio/ 20Minuti e aveva commosso il Ticino. «Non può mai restare da solo – raccontava la mamma –. Di giorno ci sono le infermiere. Di notte ci penso io, dormo accanto a lui. Ogni ora squilla la mia sveglia».
Una testimonianza forte. Annabella voleva che la condizione di Giuseppe fosse nota a tutti. Non per ottenere pietismo. Bensì per dare un segnale d'amore. «Mio figlio è un essere vivente. Non un vegetale», aveva tuonato, quando qualcuno si era permesso di criticarla sui social.
Lunedì sera Giuseppe è "volato in cielo". Venerdì, il funerale, in forma privata. Più avanti, quando le condizioni del Covid-19 lo renderanno possibile, si terrà una cerimonia aperta a tutti. Annabella, vittima di un malore dopo il decesso del figlio, ha chiesto di rendere pubblica la notizia. «Il sorriso di mio figlio rimarrà per sempre. Lo voglio ricordare così».