La riapertura delle scuole presenta grossi interrogativi su come gestire la sicurezza sui mezzi pubblici
Le FFS e Autopostale studiano un "concetto di protezione". Ma non rivelano quale. Il rischio è un forte aumento del traffico motorizzato privato. Gianini della Crtb: «Per tragitti brevi puntiamo sulla bici». Ferroni della TPL: «Differire le entrate in classe sarebbe una scelta intelligente»
BELLINZONA - Undici maggio: tutti in classe? Berna ha annunciato la riapertura delle scuole fra tre settimane, ma nulla trapela su come i mezzi pubblici riusciranno a trasportare gli allievi garantendo la sicurezza di tutti i passeggeri. La telescuola si può fare, il teletrasporto, purtroppo, non ancora.
Il bivio: più mezzi o passeggeri su più ore - «Non esistono ricette miracolose» è la risposta sincera di Simone Gianini, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese. «Se prendiamo - continua il municipale di Bellinzona - il numero di passeggeri, precedente al coronavirus, è evidente che per rispettare le distanze sociali o si moltiplica in misura anche elevata il numero di mezzi o si trovano soluzioni per distribuire i passeggeri su più ore».
Si lavora su "un concetto di protezione" - È un nodo che stanno cercando di sciogliere le principali imprese del settore. A cominciare dalle FFS, come spiega il portavoce Patrick Walser: «Stiamo lavorando con Autopostale ad un concetto di protezione. È ancora in elaborazione per cui daremo comunicazione più avanti». Per tutto il resto, aggiunge Walser, continuano a valere le misure indicate dall’Ufficio federale della sanità pubblica.
TPL: «La scuola ci aiuti» - Il trasporto pubblico dovrebbe tornare a regime con l'orario il prossimo 11 maggio, anticipa Roberto Ferroni, direttore della TPL e della FLP: «Laddove è possibile aggiungiamo dei bus supplementari. Oggi, a regime ridotto, è molto più semplice perché abbiamo dei mezzi fermi». Dopo sarà più arduo, per cui: «Conteremo molto sulla responsabilità personale dell'utente». Quanto agli allievi, Ferroni, conta anche sull'intervento della scuola stessa: «Differire gli orari di entrata in classe potrebbe essere una scelta molto intelligente». In cima ad ogni considerazione, sottolinea Ferroni, «sarà comunque messa la salute dei nostri autisti e dei passeggeri».
In bici, dove si può - Le bocche sono di fatto cucite su come verrà fatta rispettare la distanza tra gli utenti. «Si è in attesa di direttive da parte dell’Ufficio federale dei trasporti sulle misure di sicurezza nel trasporto pubblico» conferma Gianini. «Ma forse questo è il momento, per i tragitti brevi e pensando alla mia città, di puntare sulla bicicletta».
Primo rischio: più auto in strada - C’è poi l’aspetto della fuga dai mezzi pubblici, già in atto. «C’è da aspettarsi, per i prossimi mesi e fintanto che non ci sarà un vaccino, una certa ritrosia nell’utilizzo del trasporto pubblico - dice Gianini -. E questo non sarebbe bene se dall’11 maggio molti più allievi del solito dovessero andare a scuola accompagnati in automobile».
Altri passeggeri in fuga - E se invece gli studenti all’auto dei genitori dovessero preferire bus e treni… Secondo Fabio Canevascini, presidente dell’Associazione ticinese utenti dei trasporti pubblici -Sezione ticinese di Pro Bahn, non è da escludere un’ulteriore erosione dei passeggeri adulti: «L’eventuale ritorno degli studenti sui mezzi pubblici aumenta l’incertezza. La nostra preoccupazione più grande oggi è come recuperare, passata l’emergenza, quell’utenza che oggi al bus o al treno preferisce l’auto. Non basteranno certo i 15 giorni offerti da Alliance SwissPass agli abbonati».
La salute del personale - Ultima, ma non meno delicata, è la questione della salute di chi sui mezzi pubblici lavora. «Finora le aziende di trasporto hanno adottato delle misure per tutelare il personale» sottolinea Angelo Stroppini, segretario sindacale del SEV (il Sindacato del personale dei trasporti). Dovessero riaprire le scuole, osserva, «una delle problematiche maggiori sarà il mantenimento della distanza sociale sui treni, ma anche sui bus. Questo pone delle preoccupazioni, perché di fatto risposte a questo quesito non ci sono ancora. Non posso immaginarmi un ritorno a quella normalità in cui i treni Tilo e gli autobus erano sovraffollati. E nemmeno dovrà essere».
Lascia o raddoppia - Alla fine le ricette si riducono ad una sola: «Si potrebbe - ipotizza il segretario del SEV - pensare a un raddoppio dell’offerta. Ma, se prendiamo i treni, le tracce sono già sature e anche per i bus non sarebbe così evidente. Ma altre soluzioni non ne vedo». Quanto all’efficacia di altri mezzi protezione, Stroppini non si esprime: «Non sono medico e non so quindi se un treno pieno di persone con la mascherina sia sicuro».