Con l'Italia come esempio, il nostro Cantone può programmare come ricominciare.
Il virologo Pregliasco: «Gli asili? I bimbi sono delle bombe a livello di potenziale di contagio».
LUGANO - Per raggiungere l'ormai famoso picco servirà stringere i denti ancora per un po', due-tre settimane almeno secondo l'OMS, ma poi? La discesa della curva epidemiologica coinciderà con la salita di quella relativa alle libertà? Con l'Italia e i suoi numeri come punto di riferimento – i nostri politici hanno ammesso di confrontarsi periodicamente con quelli della Penisola – si può pensare che le restrizioni, in Ticino, possano ancora per un mese. E che poi si possa lentamente ricominciare a respirare.
«Io posso parlare per l'Italia – ci ha confermato il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario del “Galeazzi” di Milano – anche se è vero che, con le curve epidemiologiche degli Stati europei molto simili, fare una previsione su quello che accadrà ovunque è relativamente semplice».
In Ticino il contagio è in ritardo di un paio di settimane rispetto alla Lombardia...
«Allora si può dire che, tenuto conto delle misure prese e attendendo i risultati di esse, a fine aprile-inizio maggio la stretta dovrebbe allentarsi. In Lombardia non accadrà prima di Pasqua. Anzi non prima di Pasquetta».
Giornata di grasse grigliate e gite fuori porta.
«Esatto. Le restrizioni supereranno quel giorno perché non possiamo permetterci che poche ore di svago rovinino le ultime settimane di limitazioni».
Poi tutto ripartirà?
«Sì, ma senza fretta. E soprattutto non tutto insieme. Riapriranno le aziende, per cominciare, in seguito tutto il resto. Per ultimi torneranno all'attività pub e discoteche. Chi frequenta i luoghi di aggregazione dovrà pazientare ancora».
E le scuole?
«A discesa, dagli studenti più grandi in giù».
Per l'importanza dell'anno frequentato?
«Ma anche garantire un minimo di distanziamento. Negli asili, gli ultimi della lista, i bimbi sono a stretto contatto gli uni con gli altri. E i più piccoli sono delle vere e proprie bombe a livello di potenziale di contagio. Per come la vedo io, gli asili potrebbero anche essere costretti ad attendere il nuovo anno scolastico per iniziare nuovamente».
Gli anziani, ovvero la categoria più colpita dal coronavirus?
«Superato il picco in Lombardia, in Italia l'attenzione sarà concentrata sul Sud e... sulle case di riposo. Dovrebbe bastare questo per spiegare la situazione. Non so quel che accadrà negli altri Paesi; qui da noi si andrà in ogni caso probabilmente per l'allungamento del divieto di uscita degli over 65. Dobbiamo proteggerli finché il pericolo sarà limitato al minimo».
Per questo potrebbe servire tempo: la seconda ondata del contagio è infatti sempre molto forte. E tenuto conto del fatto che dopo la prima solo il 2-3% della popolazione potrebbe aver avuto a che fare con il Covid-19...
«Potrebbe rivelarsi problematica, sì. Potrebbe rivelarsi molto dura, come accadde con la pandemia del '18».
Come la si può provare a controllare?
«Servirà continuare a mantenere alta l'attenzione e si dovrà cercare di cambiare vita, le abitudini di tutti i giorni. Altro obiettivo sarà quello di individuare tempestivamente e controllare i focolai che si svilupperanno. E poi, insomma, speriamo venga trovato un vaccino...».