Avviata la “quarantena preventiva” in casa Rsi. Ecco le misure decise dalla direzione.
Chi ha soggiornato/pernottato dopo il 21 febbraio in una regione italiana a rischio dovrà lavorare da oggi al 15 marzo da casa, in regime di home office. Esclusi dalle misure quanti si sono recati oltreconfine per gite di poche ore o per far spesa.
COMANO - Affrettarsi. Da oggi i dipendenti della Rsi lavoreranno in regime di coronavirus. Dopo l’annuncio di sabato, la direzione dell’ente radiotelevisivo ha emanato un documento interno con le misure preventive decise per evitare la diffusione del virus in azienda.
Scatta l’home office - La circolare è indirizzata in particolare a quanti rientrano dal periodo delle vacanze. «Se dopo venerdì 21 febbraio hai soggiornato/pernottato in una regione italiana a rischio (Lombardia, Piemonte, Veneto) o ti sei recato in uno dei Paesi a rischio (Cina, Corea del Sud, Singapore e Iran) contatta immediatamente l’Ufficio sanità e sicurezza Rsi. Seguendo le direttive aziendali annunciate dovrai lavorare da oggi sino al prossimo 15 marzo da casa, in regime home office»
Toccata e fuga - Per i dipendenti che rientrano nel profilo a rischio l’azienda indica come recuperare il materiale per il lavoro da fuori. La parola d’ordine è affrettarsi. «Puoi andare in ufficio a recuperare il tuo computer portatile e tutti gli strumenti e documenti necessari per poter lavorare da casa. Ti chiediamo di farlo velocemente, per non superare i 15 minuti indicati come tempo necessario per un eventuale contagio».
Basta una notte all’estero - La direzione Rsi aggiunge una nota “importante”: «La quarantena viene richiesta quando si è stati in vacanza o si è soggiornato per almeno una notte nell’ultima settimana (da sabato 22 febbraio) nelle zone considerate a rischio».
Non vale la spesa a Ponte - La quarantena non si applica per quanti sono stati per poche ore oltreconfine. «Tutti coloro che sono stati in Italia nelle zone di confine per alcune ore o in giornata (gite, negozi, pranzi o cene), se in buona salute, possono rientrare normalmente in azienda». Per situazioni particolari, come essere stati ad un concerto, l’azienda invita i dipendenti a contattare l’Ufficio sanità e sicurezza Rsi.
A tutela del servizio pubblico - «È una misura precauzionale atta anche a garantire la messa in onda» osserva Rolando Lepori. «Dovesse scoppiare un'epidemia di coronavirus alla Rsi - continua il segretario del Sindacato svizzero dei massmedia - potrebbe esserci un blocco del servizio pubblico. Ed è ciò che si vuole scongiurare con questa misura che potrebbe sembrare esagerata. Ma che si giustifica».
L'impatto - Difficile, per il momento, quantificare l'impatto del provvedimento: «Il numero esatto non lo conosco. Oltre ai dipendenti Rsi, sarà toccato anche il personale ingaggiato tramite le agenzie di collocamento. Ma chi ha contratti a giornata potrebbe semplicemente vedersi slittare la chiamata. Nel complesso i collaboratori toccati dovrebbero essere una cinquantina» conclude Lepori. La quarantena con "home office" non si potrà ovviamente applicare a tutti i profili...