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CANTONETelegram per sfuggire ai radar, il deputato: «Anch'io sono iscritto»

08.02.20 - 08:09
L'outing di Andrea Censi, del Fronte degli automobilisti. Che spezza una lancia a favore delle community: «Non vanno criminalizzati»
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Telegram per sfuggire ai radar, il deputato: «Anch'io sono iscritto»
L'outing di Andrea Censi, del Fronte degli automobilisti. Che spezza una lancia a favore delle community: «Non vanno criminalizzati»

LUGANO - I gruppi social per sfuggire ai controlli stradali spopolano in Ticino. E nelle community c'è di tutto. Tra i 17mila membri del gruppo "Radar Ticino" di recente ci siamo iscritti anche noi di tio.ch/20minuti, per vedere e raccontare questo mondo (neanche troppo) nascosto. 

Siamo in buona compagnia. Andrea Censi, deputato della Lega, non fa mistero di essere un membro del gruppo. «Mi sono iscritto tempo fa e ricevo le notifiche ma - precisa - non ho mai fatto una segnalazione. Spero di non essere multato per questo!». 

In qualità di presidente del Fronte Automobilisti Ticino, Censi porta avanti da tempo una campagna contro «l'accanimento dei radar» ed esprime solidarietà ai membri del gruppo. «Non voglio incentivare nessuno a fare nulla di illegale» afferma. «Ma penso che 17mila ticinesi non vadano criminalizzati, perché condividono delle informazioni». 

All'interno del gruppo in questione, va detto, non si trovano solo segnalazioni di radar. «C'è chi informa su incidenti, situazione del traffico, insomma notizie utili per chi circola sulle strade ticinesi» sottolinea Censi. Tra le regole della community figura inoltre quella di non segnalare posti di blocco. Ma moltissimi non la rispettano. 

«Le segnalazioni illegali non vanno fomentate» conclude il presidente del Fronte Automobilisti. «Il grande successo di questi gruppi è tuttavia un segnale del fatto che nei confronti degli automobilisti c'è un accanimento eccessivo. E che l'attuale sistema di comunicazione settimanale dei controlli radar da parte della polizia è considerato insufficiente dalla popolazione». 

Nel 2016 il Parlamento ticinese ha accolto una mozione dei deputati Marco Chiesa (UDC) e Fiorenzo Dadò (PPD) che chiedeva «più prevenzione e meno cassetta» nell'impiego dei radar mobili in Ticino. La proposta di posizionare dei cartelli di avviso 200 metri prima degli apparecchi era piaciuta al Granconsiglio, e la notizia fece il giro della Svizzera. Poi però non venne attuata, perché contraria alla legge federale. 

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