Salvato per un pelo dai soccorritori della Spab. L'associazione: «Troppi casi, occorre sensibilizzazione»
LUGANO - Quattro ami in gola. Se l'è vista brutta, lo svasso soccorso ieri pomeriggio da alcuni passanti sul lungolago di Lugano. Il volatile stava per finire vittima della pesca irresponsabile. E non è un caso unico purtroppo.
Gli uccelli lacustri uccisi - o quasi - dagli ami dei pescatori non sono rari, nei nostri laghi. A inizio gennaio la storia del cigno "George", soccorso e liberato dopo due mesi di cure dai volontari della Spab, ha commosso il Ticino. Sono cinque o sei all'anno i casi del genere registrati dalla Società di protezione animali di Bellinzona (Spab). «E parliamo solo dei casi conosciuti e in cui possiamo intervenire» osserva il presidente Emanuele Besomi. «A questi si aggiungono gli animali trovati già morti».
Ieri è andata bene. Allertato dai passanti, il picchetto dell'associazione è intervenuto prontamente attorno alle 16, all'altezza dell'imbarcadero di Lugano. Il volatile ferito è stato immobilizzato con una rete, e i soccorritori hanno potuto estrargli dalla gola ben quattro ami da pesca. L'uccello ha subito dato segni di ripresa, ed è stato liberato poco dopo - vedi video - nelle acque del Ceresio.
«Capita troppo spesso e i pescatori andrebbero sensibilizzati maggiormente» commenta Besomi. La società Spab è l'unica in Ticino dedita al soccorso degli animali selvatici. «Le esche abbandonate in acque basse possono risultare letali per la fauna lacustre. Una trascuratezza a cui, con un po' di buona volontà, si porrebbe facilmente rimedio».