L’Aripe, associazione che critica l’impostazione ticinese, si sta muovendo con una serie di articoli sulle testate d’oltralpe per segnalare «in negativo l’unicum del nostro cantone».
TESSERETE - Il caso era esploso ad inizio anno quando oltre trecento maestre d’asilo, con una lettera al Governo, avevano puntato il dito contro l’obbligo di far mangiare alla mensa i bimbi dai 4 anni in su. Ma prima ancora era stato un genitore su Tio/20Minuti a criticare l’impostazione ticinese e la battaglia era stata rilanciata attraverso l'Aripe, Associazione per il rispetto di un’infanzia pedagogicamente equa che aveva mosso critiche contro le «7 ore giornaliere consecutive senza alcuna possibilità di una pausa pranzo con gli affetti familiari».
La novità è che ora la stessa Aripe, attraverso il suo presidente Enrico Ferrari, ha iniziato un’azione martellante sui media d’oltralpe per «far parlare dell’unicum ticinese».
La Luzerner Zeitung, e tutte le altre testate dello stesso gruppo, hanno pubblicato oggi un articolo in cui Ferrari parla come alfiere della resistenza in Ticino verso questa impostazione voluta da HarmoS. Altri quindici cantoni, ricorda il presidente dell’Aripe, aderiscono al concordato, ma aggiunge che «nel canton Zurigo vi sono sempre più famiglie che chiedono (e pare ottengano) di poter tenere a casa i bambini di 4 anni in quanto è per loro prematuro doverli mandare all’asilo 5 mattine alla settimana... ebbene sì, in tutto il resto della Svizzera nessuno viene obbligato a mangiare in mensa né ad andare all’asilo il pomeriggio a soli 4 anni». E aggiunge: «Ventisette media d’oltralpe oggi hanno parlato (male) del Ticino», annunciando un prossimo articolo sulla Tages-Anzeiger.
«In Ticino il Governo ha fatto muro, oltralpe invece la reazione, quando ne parlo, è di incredulità. L’ho verificato con i funzionari dei vari cantoni dove l'obbligo delle 7 ore consecutive non esiste» conclude Ferrari.