Treni sovraffollati e pendolari stipati. Le Ffs: «Nessun problema di sicurezza»
LUGANO - Sembra New York, o una metropoli giapponese all'ora di punta. Invece è Lugano, ore 18.35. Un giorno infrasettimanale qualsiasi. La banchina della stazione Ffs – binario 1 – è più gremita che mai da quando è entrato in vigore l'orario “straordinario” introdotto dall'ex regia federale.
Due treni in uno - Il bilancio dei primi dieci giorni è un calvario: lavoratori e studenti, residenti e frontalieri, tutti stipati in un unico treno laddove prima ce n'erano due (alle 18.35 e alle 18.42). «Non si era mai visto niente del genere» lamenta un passeggero. «È indecente e anche poco sicuro».
«Una mezza rivoluzione» - Le immagini parlano chiaro (vedi foto). Il problema non riguarda solo il treno Lugano-Milano delle 18.35 – il più affollato, comunque – ma buona parte dei collegamenti sulla linea più importante del Ticino. I pendolari sono sul piede di guerra. Nelle scorse settimane le Ffs avevano preannunciato dei disagi: ma nemmeno le associazioni dei passeggeri – preoccupate e in allerta da tempo – si aspettavano una situazione simile. Per Giorgio Villa del comitato viaggiatori S9 e S11 «è presto per tirare le somme ma siamo davanti a una mezza rivoluzione. Bisognerà vedere se i pendolari reggeranno il colpo, e se il sistema provvisorio reggerà».
Il cantiere dei disagi - Le novità sono state annunciate dalle Ffs più volte tra aprile e giugno, con inviti alla popolazione a consultare sempre gli orari online. L'ex regia federale ha spiegato che il motivo dell'affollamento anomalo è – indirettamente – un cantiere sul lago di Zugo. Possibile? «Con l'avvio del cantiere, i treni a lunga percorrenza tra l'Italia e la Svizzera hanno dovuto cambiare traccia» spiega il portavoce delle Ffs Patrick Walser. «Il motivo è il maggior tempo impiegato per “girare” i treni a Rotkreuz. Questo ha implicato un nuovo orario dei treni in partenza da Milano Centrale. Abbiamo dovuto trovare delle alternative: la rete italiana ci ha fornito delle tracce, ma non sempre avevamo a disposizione il materiale rotabile al posto giusto».
«I passeggeri non sono in pericolo» - Insomma un cortocircuito ferroviario che durerà fino a dicembre di quest'anno, assicurano le Ffs: dopodiché «si tornerà a un orario stabile e cadenzato». Ma il cantiere a Zugo rimarrà (ancora per tutto il 2020) e così i treni affollati. L'ex regia federale è «certamente dispiaciuta» ma tiene a precisare che «i passeggeri non sono in pericolo. Non faremmo nemmeno partire un treno veramente sovraffollato».