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CANTONECowboy, lasciate a casa la pistola

08.02.19 - 08:00
Da Lucerna al Ticino softair e armi finte (se non quelle palesemente giocattolo) non entrano nei carnevali. L’approccio al tema dei responsabili della sicurezza di Rabadan e Or Penagin
Cowboy, lasciate a casa la pistola
Da Lucerna al Ticino softair e armi finte (se non quelle palesemente giocattolo) non entrano nei carnevali. L’approccio al tema dei responsabili della sicurezza di Rabadan e Or Penagin

BELLINZONA - È la festa sfrenata e senza limiti per eccellenza. Ma se è vero che a Carnevale ogni scherzo vale, le cose si fanno molto serie quando si parla di armi. La polizia di Lucerna ha alzato il tiro: «È stato rilevato più volte che softair e imitazioni di pistole vengono portate ad eventi come il carnevale. Ma è vietato dalla legge e si rischia una denuncia». Il bando dell’arma finta, in tutto e per tutto uguale a una vera (salvo non sparare), è rivolto in particolare a chi vorrebbe travestirsi da cowboy, ranger e corpi speciali… In quei casi, continua la polizia lucernese, «sono ammessi oggetti riconoscibili a prima vista come armi giocattolo».

Una lista come in aeroporto - E in Ticino? Valgono suppergiù le stesse regole e anche l’approccio è simile. Nero su bianco il regolamento adottato dal Gruppo Carnevali in sicurezza (di cui fanno parte, tra gli altri, Nebiopoli di Chiasso e Or Penagin di Tesserete) elenca cosa non può essere introdotto nei luoghi della festa. La lista è lunga, un po’ sul facsimile di quella degli aeroporti, e comprende ovviamente le armi da fuoco di qualsiasi genere. Dopo di che, spiega il coordinatore del Gruppo, Livio Mazzucchelli, «sta anche alla sensibilità e alla discrezione della sicurezza valutare se un oggetto può entrare nell’area del Carnevale. Anche un ombrello in una giornata di sole diventa un’anomalia e non può passare. Qui a Tesserete inoltre la manifestazione si tiene in paese e quindi certi oggetti si trovano già all’interno del recinto».

Il controlli minuziosi - Da Tesserete a Bellinzona, dove la sicurezza è tra le priorità del Rabadan: «Alle entrate della città del carnevale, come tutti gli anni, ci saranno dei controlli (perquisizioni) per prevenire l’introduzione di oggetti pericolosi» afferma senza svelare troppo Giovanni Capoferri, responsabile della sicurezza per il Carnevale maggiore in Ticino. «Da noi - prosegue - vengono applicate le normative vigenti in materia di armi, questo avviene in maniera pragmatica per ogni singolo caso».

Il cartellino giallo - Gli organizzatori sono comunque ben consapevoli che più che dagli oggetti i problemi possono arrivare dalle persone. «Non amo estremizzare i divieti - osserva Mazzucchelli - Però chi non rispetta le regole incorre nella diffida che impedisce poi l’accesso anche agli altri Carnevali». Non è una vera e propria schedatura: «Registriamo i nominativi e per due anni queste persone - oggi una decina - devono stare tranquille. In caso di recidiva procediamo infatti alla denuncia penale». «Anche da noi - conferma Capoferri - vige la normativa che chi si comporta male viene diffidato, per la durata di tutta la manifestazione, e chi non osserva questa la diffida verrà denunciato al Ministero Pubblico».

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COMMENTI
 

Wunder-Baum 5 anni fa su tio
Guarda, stupenda riflessione, con tutto il rispetto verso gli indiani delle americhe !

GI 5 anni fa su tio
la pistola a casa OK ma, il serramanico quello va bene??

RubenDF 5 anni fa su tio
Come ogni cosa deve vigere il buon senso.
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