La polizia comunale e le Istituzioni lanciano un sondaggio: chiederanno a 15.000 cittadini se si sentono davvero sicuri nella vita di tutti i giorni. Bertini: «Dati che potrebbero non piacerci»
LUGANO - La città di Lugano è la più sicura in Svizzera, ma la gente la percepisce davvero come tale? Se è vero che le statistiche promosse a livello nazionale (dati 2015, 2016 e 2017) confermano il primo assunto, è altrettanto vero che esiste una dimensione soggettiva, espressa dalla percezione del cittadino che può essere influenzata da molti fattori, come i rapporti con il vicinato o eventuali reati subiti.
Per tastare il polso del cittadino e scandagliarne il senso di sicurezza e vittimizzazione, la Polizia della Città di Lugano ha deciso di lanciare un sondaggio denominato LOSAI (Lugano, le opinioni sulla sicurezza degli abitanti: interviste).
«Mantenere lo status quo» - «Vogliamo raccogliere e conoscere il parere della gente», spiega il sindaco di Lugano, Marco Borradori. «La sicurezza - aggiunge - è un presupposto fondamentale per sentirsi bene ed essere in buona salute. Un bene importantissimo. Ma anche un fattore di attrazione formidabile, quindi spendibile sul mercato». Borradori precisa la volontà di mantenere lo status quo: «Non dobbiamo cullarci sugli allori e mantenere questo status importantissimo. Un campione di 15mila persone, che sarà quello preso in esame, è davvero importante e in grado di fornire una fotografia completa dell’umore della città. Il sondaggio, totalmente anonimo, raggiungerà tutti gli abitanti della nuova Lugano e ci fornirà un importante aiuto per migliorare. I risultati verranno comunicati verso settembre/ottobre».
«Dati che potrebbero non piacerci» - Un progetto nel quale la Polizia ha «investito un sacco di risorse», ci tiene a precisare Michele Bertini, vicesindaco e capo Dicastero Sicurezza e spazi urbani. «Vogliamo andare oltre la statistica. Alloggio, controllo abitanti, cura del territorio e integrazione sono politiche che confluiscono a contribuire al sentimento di sicurezze e insicurezza. Il fatto che il sondaggio sia gestito esternamente, dall’Università di Losanna, ci porterà a pubblicare dati che potrebbero anche non piacerci, ma questa è la politica che vogliamo portare avanti, quella di migliorare intervenendo anche sul sentimento soggettivo di sicurezza. Una sorta di controllo qualità».
«Sicurezza dentro casa e su internet» - «Quanto ci sentiamo sicuri all’interno delle mura di casa nostra? E quando navighiamo in internet, o con il nostro cellulare? Sono anche queste alcune delle minacce alle quali dobbiamo far fronte oggi», ha sottolineato Roberto Torrente, comandante della Polizia di Lugano. «Non ci si interrogherà solo sulla percezione di degrado, quindi, ma anche sulle nuove tecnologie. E poi sul rapporto con le forze di polizia e con il proprio vicinato».
«Atto di coraggio» - Per Marcelo F. Aebi, professore di criminologia dell’Università di Losanna, quello di Lugano è «un atto di coraggio. La Città sceglie di mettersi a nudo». Per Stefano Caneppele, professore di criminologia a Losanna, che condurrà il sondaggio assieme al professor Aebi: «La peculiarità di questo studio è che integra la percezione di sicurezza fisica con quella nello spazio informatico, digitale». «Il campione di 15mila persone - conclude - è selezionato con un sistema di campionamento offerto dalla Città di Lugano. Solo una persona per nucleo familiare riceverà il sondaggio che è quindi individuale. Chi vorrà potrà compilarlo in formato cartaceo o online (pc, smartphone o tablet). E chi volesse partecipare ma non è stato selezionato non dovrà fare altro che inoltrare richiesta inviando una mail. Sono 51 domande per una durata di 20/30 minuti. I dati saranno ponderati per avere un’analisi di quartiere e potremo da un alto vedere la percezione delle persone e il livello di vittimizzazione. Anche in base alle loro abitudini di vita».