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CANTONEPronto soccorso sempre più affollato

14.01.19 - 06:00
Nel 2018 i reparti d’emergenza dell’EOC hanno registrato 178’500 pazienti. Lepori: «Molti non hanno il medico di famiglia»
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Pronto soccorso sempre più affollato
Nel 2018 i reparti d’emergenza dell’EOC hanno registrato 178’500 pazienti. Lepori: «Molti non hanno il medico di famiglia»

LUGANO - Ormai è quasi una tradizione: con la stragrande maggioranza degli studi medici chiusi durante le festività, i pazienti si riversano numerosi nei reparti di pronto soccorso ticinesi. Con un conseguente aumento dei tempi d’attesa. «È situazione che si riscontra ogni anno e che si ripresenta, seppure in maniera meno importante, anche durante le vacanze di Carnevale, il periodo di Pasqua e nei mesi estivi» conferma il dottor Mattia Lepori, vicecapo dell’Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC).

In generale nelle strutture ticinesi un aumento delle consultazioni si osserva comunque nel corso di tutto l’anno: sono infatti sempre di più le persone che optano per il pronto soccorso invece di prendere un appuntamento con il medico di famiglia. Se nel 2016 i reparti d’emergenza avevano registrato 148’000 consultazioni, lo scorso anno erano invece 178’500 (i dati sono relativi a tutti i tipi di pronto soccorso: generale adulti, pediatria, ginecologia e oftalmologia all’Italiano). Negli ultimi due anni si constata dunque un incremento del 20%.

Urgenze che potrebbero aspettare - Si tratta sempre di questioni urgenti? Non secondo i dati forniti dall’EOC: le emergenze vitali (grado 1) rappresentano infatti circa il 6% dei casi. Il 20% riguarda poi le urgenze medico-chirurgiche (grado 2). La maggior parte dei pazienti si presenta invece al pronto soccorso con urgenze differibili (60%) o situazioni non urgenti e controlli (14%). «Da notare - sottolinea il dottor Lepori - che nel gruppo delle urgenze differibili un quarto dei pazienti necessita comunque di un ricovero ospedaliero dopo la visita».

Pazienti indirizzati ai consultori - Per sgravare i reparti di pronto soccorso, gli ospedali ticinesi si appoggiano su una rete di consultori per medicina d’urgenza. Sono strutture a cui vengono indirizzati quei pazienti che non necessitano di una visita d’emergenza: in media accolgono il 15% dei pazienti (si tratta del 25% se si considera soltanto il numero agli adulti, visto che per i bambini non esistono consultori), ci spiega il medico.

Giovani senza medico di famiglia - Nei reparti di pronto soccorso il lavoro continua comunque ad aumentare. Come si spiega? «Molta gente - afferma ancora il nostro interlocutore - non ha il medico di famiglia, soprattutto tra le fasce di popolazione più giovane». Secondo un recente studio che prendeva in considerazione il Canton Berna, si tratterebbe del 45% delle persone. E non solo: «In certe zone periferiche si comincia a sentire la penuria di medici di famiglia con studi che chiudono senza trovare un sostituto».

La questione dei costi - Il pronto soccorso ha un suo prezzo. E ci si chiede dunque in quale modo l’aumento dei pazienti influenzi i costi della salute. «L’affermazione che una visita al pronto soccorso generi più costi che una dal medico di famiglia non è provata in modo assoluto. Anzi, il recente rapporto dell’Osservatorio svizzero della salute sembrava indicare il contrario, perlomeno in certe zone della Svizzera» ci dice Lepori. Dal rapporto si evince che in Ticino una consultazione al pronto soccorso costa, in media, 266 franchi (in Svizzera: 382 franchi). E si stima che le spese per le urgenze rappresentino, a livello nazionale, lo 0,8% dei costi sanitari (l’1,8% se si considerano quelli a carico delle assicurazioni obbligatorie).

Una tassa? «Idea pericolosa» - Per frenare l’aumento dei pazienti nei reparti d’emergenza, non mancano le proposte politiche. Tra queste quella del consigliere nazionale Thomas Weibel (Verdi liberali), che parla di una tassa di cinquanta franchi a carico dei pazienti che scelgono il pronto soccorso. Un’idea che, secondo il parere personale del dottor Lepori, sarebbe discriminante e pericolosa: «Chi può permettersi di pagare continuerà comunque a frequentare il pronto soccorso. E chi non può, vi rinuncerà, magari anche in caso di patologia potenzialmente grave, mettendo così in pericolo la sua salute». Per Lepori una risposta andrebbe invece cercata in una riorganizzazione della presa in carico, «sia a livello interno ai reparti di pronto soccorso sia sul territorio, dove si deve trovare un’alternativa valida di fronte all’inesorabile diminuzione del numero di studi medici nelle regioni periferiche».

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COMMENTI
 

moma 5 anni fa su tio
Ok sono razzista e xenofoba. Le ultime 2 volte che sono stata al PS, il 98% dei presenti era di origini chiaramente estere. Lo si sentiva e lo si vedeva. Io ero forse l'unica persona indigena.

Tato50 5 anni fa su tio
Risposta a moma
E se tutto va bene sono accompagnati da una decina di parenti e amici e chi sta veramente male non ha il posto per sedersi a meno che uno dei tanti, se ti girano, avrà bisogno anche lui di cure !

miba 5 anni fa su tio
Giorno di Natale 2017, vado al PS per una frattura al perone, sala d'aspetto/accettazione stracolma con tanti papà, mamme e bambini. In radiologia chiedo come mai, se magari è che la gente si sente male dopo l'abbuffata di Natale, ma il radiologo ridendo mi dice che questo non è niente e che più tardi ne arriveranno molti di più. Motivo principale: i genitori che portano i loro bambini al PS (il giorno di Natale...) perché è già da qualche giorno che i pargoletti hanno la tosse... Passo e chiudo

Maxy70 5 anni fa su tio
Sono contrario alla tassa (tipo tiket), diventa ancora di più una medicina a due velocità. Chi ha disponibilità finanziaria se ne frega di pagare. Io non permetterei alle casse malattia di speculare offrendo franchige esageratamente alte, ovviamente poi si va in PS per non pagare di tasca propria.

polonord 5 anni fa su tio
L’idea della tassa non è male, ma dovrebbe essere riscossa solo a coloro che, dopo la visita, a detta del medico del pronto soccorso, non necessitava di un’urgenza tale da recarsi al PS. Ci vuole quindi un triage iniziale o una tassa.

Maxy70 5 anni fa su tio
Riprendo dal testo: «Da notare - sottolinea il dottor Lepori - che nel gruppo delle urgenze differibili un quarto dei pazienti necessita comunque di un ricovero ospedaliero dopo la visita». Il discorso mi pare sibillino... se la persona deve essere ricoverata, allora deduco che il ricorso al pronto soccorso era giustificato, o no?

Um999 5 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Debbono pur fare un articolo che attiri, il 70% dei titoli che vengono messi sono forgianti per invitare a leggere .. poi del contenuto lasciamo perdere. La notizia ha la sua correttezza nell’affermare che una parte sempre più crescente non ha un medico di famiglia, io rientro in questo ma non per scelta ma per forzature dei fatti, venuto a mancare il medico di famiglia siamo stati dirottati in questi centri medici mancando il riferimento costante della persona.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Il pronto soccorso serve per le urgenze, puoi esser ricoverato anche se non c'è urgenza. Io una volta mi sono rotto il dito, sono andato dal medico che mi ha detto di non esser attrezzato per quelle situazioni e mi ha consigliato di andare in ospedale. Se il medico curante fosse stato in grado di risolvere il mio problema avrei evitato di riempire il pronto soccorso inutilmente, così facendo in caso di vere urgenze (incidenti, ...) il pronto soccorso è libero. È be normale che non tutti quelli che vanno al pronto soccorso non sono i figlioli che si sono tagliati con le forbici, e che quindi sia necessario il ricovero, però se un normale medico esterno si accolla i casi non urgenti-gravi sarebbe meglio.¶ Oppure facciamo ospedali 5 volte più grandi e assumiamo tutti quelli con una laurea in medicina così finiamo di discutere :-D

Maxy70 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Una frattura mi sembra comunque un motivo valido per ricorrere al PS. Iniziamo da quelli che, dopo la notte brava, alle 6 della mattina vanno al PS perché hanno mal di testa...
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