Elia Frapolli, Lorenzo Pianezzi e Simone Patelli prendono posizione sull'attuale situazione del turismo nel cantone
BELLINZONA - In Ticino non esistono mezze misure, o va tutto bene o va tutto male. O è «tutto nero» o è «tutto bianco». O si sentono solo «applausi» o si ricevono solo «attacchi». E questo sembra valere in modo particolare nel settore turistico, come sottolineato oggi in una dura presa di posizione congiunta da Elia Frapolli, Lorenzo Pianezzi e Simone Patelli, rispettivamente alla testa di Ticino Turismo, Hotellerie Suisse Ticino e dell’Associazione campeggi ticinesi.
Lo scorso febbraio si parlava di un turismo ticinese che andava a «a gonfie vele», diventato poi, arrivati ad agosto, «una delusione». In un attimo si passa così «da eccessivi slanci di ottimismo ad espressioni di risoluto catastrofismo», bacchettano i tre dirigenti invitando alla prudenza e a contestualizzare i dati: «Serve uno sguardo ad ampio spettro, sul lungo periodo e che tenga conto il più possibile dei vari fattori in gioco».
I riferimenti sono al cosiddetto turismo “sommerso” o a fenomeni come Airbnb, cresciuto esponenzialmente nell’ultimo triennio; ricordando inoltre che l’alberghiero costituisce solamente un terzo della fetta ticinese.
I tassi di occupazione delle camere d’albergo «crescono» e il settore «è in equilibrio», assicurano Frapolli, Pianezzi e Patelli. Il grande rischio è quello di «non vedere ciò che davvero sta davanti ai nostri occhi», proseguono, spiegando la scelta da parte del Ticino turistico di «crescere in qualità» con l’obiettivo di proporre un’offerta «all’avanguardia».
Quando negli anni ‘80 il numero dei pernottamenti scavalcava la soglia dei 3 milioni si parlava di «qualità a rischio». Oggi qualcuno si lamenta invece del fatto che gli attuali 2,3 milioni «sono pochi». Considerata la dimensione del nostro territorio, concludono i tre dirigenti, occorre quindi chiedersi quali siano effettivamente le nostre soglie di tolleranza: «Nessuno vuole il turismo di massa, dei “più” a ogni costo. Lavoriamo per attrarre una fascia alta di viaggiatori, rispettosi, esploratori, alla ricerca di esperienze autentiche. Vogliamo un turismo che premi davvero l’originalità del nostro territorio e il suo patrimonio ambientale, culturale e artigianale».