Sempre più donne nell’esercito svizzero. E oltre la metà fa carriera. Tra queste, la ventunenne ticinese Simona Mesterhazy approdata fino al grado di sergente maggiore capo
GORDOLA – Donne svizzere pazze per il grigioverde. Mentre calano i maschi che prestano servizio militare, sono in aumento le ragazze attratte dall’esercito. E molte fanno anche carriera. «Al primo di gennaio 2018, erano ben 995 le donne presenti nell’esercito – dice il portavoce Stefan Hofer – più della metà raggiunge i quadri». Tra queste, anche Simona Mesterhazy, ventunenne di Gordola. «Ho svolto la scuola reclute ad Airolo nelle truppe sanitarie. E poi la scuola sottoufficiali per diventare appuntato capo/sergente. Infine, sono diventata sergente maggiore capo».
Oltre i propri limiti – Storia curiosa, quella di Simona, che caratterizza molte giovani rossocrociate del terzo millennio. Diplomata come impiegata di commercio, nella vita di tutti i giorni, lavora per un’agenzia di sicurezza. Ama lo sport, in particolare le arti marziali, e sogna, un giorno, di fare parte della polizia cantonale. «Perché ho scelto di fare militare? Volevo dimostrare a me stessa che avrei potuto superare i miei limiti fisici e mentali. Da sempre mi sono voluta distinguere. Mio padre mi ha cresciuta trasmettendomi determinazione, orgoglio e forza».
Parità dei sessi – Nel corso della sua esperienza, conclusasi pochi mesi fa, Simona non si è mai sentita inferiore ai colleghi maschi. «Si dice che l’uomo sia biologicamente più portato per i lavori pesanti. Ma non sempre è così. Ho indossato la stessa divisa dei miei compagni uomini, perché ero una loro pari. Abbiamo affrontato diversi ostacoli, l’abbiamo fatto insieme e ci siamo aiutati a vicenda».
Risorsa al femminile – Da ormai diversi anni il numero di donne incorporate nell'esercito svizzero si aggira attorno alle mille unità. Un dato che, in prospettiva, potrebbe crescere ulteriormente. «Apprezziamo questo entusiasmo femminile – precisa Hofer – le donne rappresentano una risorsa per noi. Sono assolutamente integrate. E possono assumere tutte le funzioni occupate dai maschi. Basta essere idonee. Si applica il principio “pari prestazioni – pari opportunità”».
Un ruolo guadagnato con fatica – Lo sa bene Simona, capace di guadagnarsi dapprima il ruolo di appuntato capo. «Si tratta – illustra la giovane – di una sorta di capogruppo a contatto con le reclute per dare loro le istruzioni. Facevo da appoggio anche al tenente».
La nuova sfida in Vallese – In seguito, ecco un’altra sfida. «Ho frequentato la scuola per sottoufficiali superiori in Vallese e sono diventata sergente maggiore capo. Ho avuto quindi l’occasione di gestire e supervisionare l’andamento di una scuola reclute composta da 250 persone. Il sergente maggiore capo è responsabile, ad esempio, del controllo degli effettivi, del servizio interno, dei materiali e delle munizioni».
Il valore della collaborazione – Simona ora è tornata alla routine quotidiana. Ma non dimentica l’esperienza in grigioverde. «La cosa più importante che ho imparato dall’esercito? Il valore della collaborazione. Mi sarà utile per tutta la vita».