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CLAROFuoco nella notte: ancora guai per la famiglia Zinetti

19.07.18 - 08:35
Un rogo, appiccato da ignoti, crea danni per oltre 30.000 franchi nella fattoria già al centro di diverse vicissitudini. La titolare: «Non ne possiamo più. Ci hanno fatto morire anche un vitello»
Tio/20minuti
Fuoco nella notte: ancora guai per la famiglia Zinetti
Un rogo, appiccato da ignoti, crea danni per oltre 30.000 franchi nella fattoria già al centro di diverse vicissitudini. La titolare: «Non ne possiamo più. Ci hanno fatto morire anche un vitello»

CLARO – Non c’è pace per la famiglia Zinetti, a Claro. La fattoria di Umberto e Michela, padre e figlia, è stata ancora una volta presa di mira da ignoti. A maggio, un rogo avrebbe creato danni complessivamente per oltre 30.000 franchi. A giugno, invece, qualcuno si è addentrato tra i recinti, generando la fuga di alcune mucche e la conseguente morte di un vitello. «Non ne possiamo più – ammette la titolare –. Ho appena depositato due denunce contro ignoti. Qualcuno vuole che ce ne andiamo. È lampante».

Beghe e cattiverie –Quella degli Zinetti è una lunga storia contraddistinta da beghe burocratiche e da presunte cattiverie. Spicca in particolare lo sfratto da una masseria, nel 2006. Un’azienda florida, situata su un terreno del Patriziato. Ma a un certo punto gli animali iniziano a morire. A causa, forse, della struttura inadeguata. Tra gli Zinetti e il Patriziato scoppia la polemica. Umberto e Michela si troveranno a dovere ricominciare da capo, su un altro terreno, sempre in zona. 

Animali nel fango –A febbraio 2018, l’attività agricola degli Zinetti era finita per l’ennesima volta sotto i riflettori, a causa di alcune foto che ritraevano animali nel fango e al gelo. Il veterinario cantonale, di fronte alle sollecitazioni di Tio/ 20 Minuti, aveva poi chiarito che non vi erano i presupposti per parlare di maltrattamento.

Frustrazione –Umberto e Michela, dal canto loro, ci avevano aperto le porte della loro fattoria. Con spontaneità e trasparenza. E già allora era emerso il loro malessere. Figlio di decenni di sofferenze. E di una situazione giunta al culmine della frustrazione. «Lo ripeto – sostiene Michela –. Qualcuno è ingolosito dai nostri terreni. Perché sono bonificati e dunque attrattivi. Noi in questa fattoria ci abbiamo messo l’anima. Non molliamo. Ma è dura. Non è la prima volta che ci fanno dispetti».

Fuoco di sera –Sono le 22 di una sera di maggio quando gli Zinetti sentono il cane abbaiare in maniera insistente. «Appena metto la testa fuori di casa, vedo le fiamme alte diversi metri – ricorda Michela –. Qualcuno aveva dato fuoco a un autocaricatore. Il fuoco si era poi esteso anche ad altri macchinari e attrezzi. Sarà un problema anche dal punto di vista del risarcimento». 

Una vita in tensione –Come se non bastasse, poche settimane più tardi, ecco un nuovo episodio. Con la fuga di alcune mucche e la morte di un vitello. «Siamo esausti – ammette l’agricoltrice –, esasperati, perennemente in tensione. Mio papà è anziano. Ha lavorato una vita e non merita questo».

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