Il centro artistico intende diventare uno spazio a disposizione della popolazione e delle compagnie ticinesi. La proposta sarà presentata il prossimo 11 aprile alle autorità
LUGANO - È in arrivo un progetto alternativo che permetta la sopravvivenza dell’odierna sede del Movimento artistico ticinese (MAT) nell’ambito del Nuovo quartiere Cornaredo. La proposta era stata ventilata, lo scorso autunno, dal direttore e fondatore del centro artistico Mirko D’Urso. E il prossimo 11 aprile finirà sui tavoli del Municipio di Lugano e delle autorità cantonali. «La nostra proposta - spiega D’Urso in un post su Facebook - è quella di appoggiare (come da progetto) la realizzazione della pista ciclabile, del parco fluviale e della piazza sul fiume, ma inglobando al suo interno il nostro centro».
Uno spazio per la cultura - La sede del MAT, situata in zona Ruggì a Pregassona e attualmente a rischio di demolizione, potrebbe così diventare - nella visione del suo direttore - uno spazio artistico a disposizione della popolazione e soprattutto delle numerose compagnie presenti sul territorio. Come? Con la realizzazione di due sale prove permanenti, un locale per musica dal vivo e altre proposte culturali, quali letture interpretate, narrazioni e performance di danza. «E la piazza sul fiume - scrive ancora D’Urso - diventerebbe una piazza viva, dove poter proporre spettacoli estivi all’aperto». Il centro artistico, che oggi conta 560 allievi e impiega 35 insegnanti, aspira quindi a diventare un’Accademia teatrale. «Davvero farei fatica a capire se Comune e Cantone decideranno di non appoggiare questo progetto».
Anche un parcheggio - La proposta alternativa prevede inoltre anche la creazione, dietro alla struttura, di un parcheggio pensato sia per i frequentatori del centro artistico sia per chi intende trascorrere del tempo negli spazi del parco fluviale.
Il manifesto - D’Urso sottolinea, infine, che è stato scritto un manifesto a sostegno del MAT che al momento è stato firmato da una settantina di personalità del cantone (artisti, politici, giornalisti e imprenditori). Una petizione pubblica sarà invece lanciata «solo se necessario».