Christian Paglia, capo dicastero opere pubbliche e ambiente, è tempestato di critiche: «Tutto gelava in fretta. E non possiamo lavorare solo di notte per ripulire le strade»
BELLINZONA – Con i transporter polivalenti della Aebi, la neve non ha scampo. È il sottotitolo di un articolo apparso qualche settimana fa sul mensile bellinzonese La Turrita. Nel testo ci si soffermava sull’acquisto, da parte della Città, di alcuni mezzi capaci di fronteggiare anche le situazioni più estreme. Frasi che oggi, dopo la nevicata degli scorsi giorni e i disagi sofferti dalla capitale, hanno il sapore della barzelletta. Abbozza un sorriso amaro anche Christian Paglia, capo dicastero opere pubbliche e ambiente, criticatissimo nelle ultime 72 ore. «Effettivamente – ammette – noi avevamo leggermente potenziato il nostro parco veicoli dedicato allo sgombero della neve. Abbiamo acquistato un monoasse e due trattorini supplementari. Oltre al veicolo universale dell’Aebi…»
Nelle interviste precedentemente rilasciate lei ha insistito sul fatto che i vostri operai siano al lavoro ormai da giorni. Con queste premesse, possibile che ci siano ancora disagi?
La nevicata non è stata eccezionale. Ma c’è neve e neve. Questa era neve che, complici le particolari condizioni atmosferiche, gelava in fretta. Tra il passaggio di uno spazzaneve e l’altro, si formavano comunque crostoni di ghiaccio difficili da togliere in seguito.
C’è anche chi sostiene che a gestire la situazione d’emergenza siano state messe persone che non avevano mai affrontato una nevicata di questa portata. Quanto c’è di vero in queste voci?
Posso assicurarvi che a gestire le operazioni c’era anche personale molto esperto.
Stamattina alle 8, sul ponte tra Sementina e Giubiasco, un camioncino di operai intenti a sgombrare i marciapiedi dalla neve intralciava il traffico di punta. Anche queste tempistiche sono criticabili. Non trova?
Quello che possiamo fare, lo facciamo di notte. Evidentemente non è bastato. Lavoreremo ancora nelle prossime notti. Ci sono 150 persone che stanno lavorando a turno, ininterrottamente.
La Grande Bellinzona bocciata dall’esame neve. Possiamo dirlo?
No. L’aggregazione non c’entra niente. I diversi quartieri hanno agito nelle stesse modalità in cui si agiva prima della fusione. Idem per le ditte esterne che collaborano in queste situazioni. Forse in alcuni casi non c’è stato il giusto coordinamento, questo sì. Magari in alcune zone critiche, soprattutto del centro, avremmo dovuto intensificare i passaggi.
Sui social network lei e i suoi colleghi di Municipio siete stati massacrati. Come si vive una situazione del genere?
Cerco di prendere le critiche nel modo più oggettivo possibile. Dobbiamo migliorare, è un dato di fatto. Venerdì avremo una riunione per capire cosa non ha funzionato. Facebook e i blog spingono la gente allo sfogo. E forse anche ad aspettarsi che determinate situazioni si risolvano nel modo più rapido possibile. La tecnologia è esplosa, è vero. Ma la neve resta la neve. E noi restiamo pur sempre esseri umani.
C’è chi parla di clamoroso autogol in vista del voto del 21 gennaio, occasione in cui il popolo si esprimerà sui salari delle autorità bellinzonesi. Come si sente?
Certo, questa situazione non ci mette in buona luce. Io faccio il mio lavoro, indipendentemente dal mio salario.