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GAMBAROGNOMesso nei guai da un video sui social: poi i suoi accusatori ritrattano

07.07.17 - 08:15
Un uomo finisce nella bufera per presunte violenze sul cane. Ma quando interviene la polizia, il castello di accuse crolla. La protezione animali: «Situazione assurda, questo è il web»
Messo nei guai da un video sui social: poi i suoi accusatori ritrattano
Un uomo finisce nella bufera per presunte violenze sul cane. Ma quando interviene la polizia, il castello di accuse crolla. La protezione animali: «Situazione assurda, questo è il web»

QUARTINO – Su Facebook lo hanno attaccato, sostenendo che da mesi maltrattasse il suo cane. Accuse corredate da un video condiviso da centinaia di utenti. L’uomo, una decina di giorni fa, si è visto piombare in casa gli agenti della polizia cantonale. Allo stesso tempo, alcune persone che sui social network avevano chiesto l’intervento delle autorità, di fronte alla deposizione da firmare, hanno preferito ritrattare. La vicenda coinvolge un uomo di Quartino (Gambarogno) di recente finito nell’occhio del ciclone per presunti maltrattamenti su animali.

L’indignazione della rete – Nel video, girato lo scorso inverno, si nota il padrone che sgrida ripetutamente il cane, facendolo anche piagnucolare. Difficile, dalle immagini, capire se ci sia violenza fisica. Stando a diversi vicini, gli episodi si sarebbero ripetuti anche nel corso degli ultimi mesi. Da qui la volontà di pubblicare il video. «Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità», spiega un abitante di Quartino. Forte l’indignazione della rete. Con decine di insulti indirizzati al proprietario del cane. In molti hanno invocato il sequestro dell’animale.

Situazione minimizzata – Il caso è stato segnalato anche all’Ufficio del veterinario cantonale, alla polizia cantonale e alla Società protezione animali di Bellinzona (SPAB). «Si tratta di una situazione assurda – commenta Emanuele Besomi presidente della SPAB –. Su Facebook tutti denunciano. Poi quando è il momento di verbalizzare si tirano indietro e minimizzano la situazione. Purtroppo nell’era dei social queste cose succedono con sempre maggiore frequenza. Sul web gli pseudo animalisti sono sempre pronti a indignarsi».

Sensibilizzazione – «Le segnalazioni legate a maltrattamenti di animali da compagnia – spiega Tullio Vanzetti, veterinario cantonale – sono quantificabili in una cinquantina di casi all’anno. In media un caso a settimana. Per sanzionare chi commette questi atti occorre, però, avere elementi probatori». Per il caso di Quartino di prove non ne sono state portate. «Nel video si nota che il padrone è duro col cane – dice Besomi –. Ma sembra che lo stia “solo” sgridando. L’uomo è stato accuratamente sensibilizzato dagli agenti di polizia. Gli è stato detto di non ripetere più comportamenti del genere. Non si può, però, arrivare a sequestrare un animale per così poco».

Multe e provvedimenti – Ma cosa rischia chi maltratta un animale? Vanzetti è chiaro: «Dipende dalla gravità delle inadempienze riscontrate. Il nostro ufficio è competente per i casi non particolarmente gravi e statisticamente più numerosi. Su 260 decreti di accusa emessi nel 2016, il 26% riguardava infrazioni alla legislazione sulla protezione degli animali. Le multe variano da un centinaio fino ad alcune migliaia di franchi. Dei casi più gravi si occupa il Ministero pubblico, al quale il nostro ufficio ha notificato nel 2016 sette casi».

Anonimato – Besomi, tuttavia, pone di nuovo l’accento su un aspetto importante. «Le segnalazioni anonime sono parecchie. E rappresentano un problema. Perché poi mancano dettagli e noi non sappiamo come muoverci. C’è una crescente umanizzazione degli animali. La gente rivendica per gli animali diritti simili a quelli degli umani. Secondo alcuni non si può più sgridare il cane. Non lo si può quasi più tenere nella cuccia a dormire. Altri pensano che il cane abbia bisogno di copertine, divani, collanine. Gli animali in realtà hanno solo bisogno di amore e di un buon rapporto con l’uomo».

Come comportarsi in casi sospetti – Come deve procedere chi ha tra i suoi conoscenti una persona che maltratta un animale? «Di certo non sparando accuse a zero su Facebook», replica Besomi. «La prima cosa da fare – aggiunge Vanzetti – sarebbe quella di parlare con il proprietario dell’animale, per capire la reale situazione in cui si trova. Anche le autorità comunali hanno un ruolo importante. Per le segnalazioni di casi più gravi al nostro ufficio, invece, è importante fornire tutte le informazioni necessarie per potere interpretare correttamente la situazione e indirizzare la procedura amministrativa».

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