In molti non hanno chiaro cosa avverrà al momenti della ratifica dell'accordo fiscale. Ecco alcune proiezioni
LUGANO - Se da una parte Gobbi si infuria per l'abbandono del casellario obbligatorio da parte dei frontalieri e dimoranti con permesso B, dall'altra, coloro che dovrebbero gioire per un ostacolo in meno, invece, tremano.
A far paura, come si legge sulla pagina Frontalieri Ticino, è l'accordo fiscale, sempre più vicino. «È finita la pacchia», si legge sulla pagina social. La nuova tassazione fa indignare anche uno dei responsabili della pagina, Marco Villa: «Anche i federali hanno ceduto alle lusinghe di una vergognosa UE. Sostanzialmente hanno loro giocato sporco con il culo di onesti lavoratori Frontalieri». Villa incalza: «Ora cari colleghi membri di gruppo, non c'è più tempo da perdere, l'ultima possibilità per farsi sentire è lo SCIOPERO».
In molti, però, chiedono chiarimenti. Tra i più non è chiaro cosa accadrà dal momento della stipula del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri tra Svizzera e Italia. E temono che il proprio stile di vita, basato su un certo reddito, possa cambiare. Calcolato, sommariamente, che la doppia tassazione potrebbe arrivare ad incidere sul reddito annuo di un frontaliere per circa due mensilità, le reazioni sono le seguenti: «Allora quei mesi lì non mangi, non fai niente, perché se altrimenti come fai dopo con mutuo e tutto?». O ancora: «Ok, ufficiale, per un italiano non ha più senso lavorare in Svizzera da frontaliere... Ora il gioco non vale più la candela, come si suol dire... tassato alla fonte ..tassato in Italia (e quelli, scusate il francesismo, mo so cazzi) con tutti i soldi che escono anche se ne entrano il doppio ogni mese non fa più differenza lavorare in Svizzera...se penso che devo spendere una valanga di soldi anche in benzina per fare su e giù e la rottura di scatole della coda proprio non ne vale più la pena».
Passeranno diversi anni - Si tenga comunque conto che la firma dell’Accordo non significherà l’immediata entrata in vigore del medesimo. Una volta firmato, l’Accordo dovrà infatti essere ratificato dai Parlamenti dei due Stati con lavori che si stima dureranno circa un paio di anni. Il sistema, per entrare a regime, lascerà passare diversi anni (alcune proiezioni rimandano al 2029).
Cosa cambia - Ad oggi la tassazione avviene esclusivamente alla fonte (in Svizzera), quindi viene ristornata per il 40% dalla Confederazione all’Italia per poi farla pervenire ai Comuni di confine.
Con la “doppia imposizione”, ci saranno fino al 70% di trattenute in Svizzera. Meno? No, perché bisogna aggiungere la parte che andrà versata in Italia. Quanto sia questo "in più" non è chiaro.
I prospetti che circolano parlano di una “nuova imposizione” pari a circa 900 franchi (1.800 in tutto contro i 900 attuali) su un reddito lordo da 5.400 franchi: significa un sesto dello stipendio che se ne va in tasse. Su uno stipendio da 50mila franchi, si va dai 3.500 ai quattromila euro di tasse in più, a seconda del numero di figli, mentre su uno stipendio da 70mila franchi, si arriverà a pagare a regime tra i sei e gli ottomila euro in più.