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CAMERE FEDERALIConsiglio degli Stati: «No alla pensione per tutti a 66 anni»

15.03.23 - 10:32
Bocciata con trenta voti e 11 contrari una proposta di modifica della legge
Foto Deposit
Fonte ATS
Consiglio degli Stati: «No alla pensione per tutti a 66 anni»
Bocciata con trenta voti e 11 contrari una proposta di modifica della legge

BERNA - Il Consiglio degli Stati si è occupato oggi di due iniziative popolari che, con obiettivi diversi, chiedono di rivedere il sistema pensionistico attuale. Una chiede l'introduzione della 13esima AVS, l'altra di portare ad almeno 66 anni l'età pensionabile. Entrambe sono state bocciate: la prima è stata ritenuta insostenibile, la seconda inopportuna.

13esima AVS

L'iniziativa popolare "Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità AVS)" è stata bocciata con 28 voti contro 10 e una astensione. Il testo dell'Unione sindacale svizzera (USS), già bocciato dal Consiglio nazionale, chiede che tutti i beneficiari di una rendita di vecchiaia abbiano diritto a un supplemento annuo pari a un dodicesimo di essa. Tale "extra" non dovrà comportare la riduzione delle prestazioni complementari né la perdita del diritto alle medesime.

"Rafforzare l'AVS tramite una tredicesima rendita è certamente un sistema efficace per lottare contro la povertà nella popolazione anziana", ha sostenuto Marina Carobbio Guscetti (PS/TI). Attualmente, infatti, le rendite AVS perdono costantemente valore a fronte dei costi fissi della vita che non cessano di aumentare, ha aggiunto la ticinese riferendosi agli affitti e ai premi cassa malati.

Maya Graf (Verdi/BL) ha evocato il problema della povertà tra gli anziani, che tocca 200 mila persone. Con l'iniziativa i bisogni vitali dei pensionati, garantiti dalla costituzione, sarebbero meglio presi in considerazione, in particolare per le classi di reddito medio-basse, ha sostenuto la basilese.

Il problema, ha replicato Erich Ettlin (Centro/OW) a nome della commissione, è che la 13esima AVS verrebbe concessa a tutti, anche a chi ha redditi alti. Il supplemento di rendita è per loro difficilmente o per nulla giustificabile da un punto di vista socio-politico.

Ettlin ha poi evidenziato i costi che la proposta dell'USS causerebbe: 5 miliardi di franchi nel 2032. Una somma insostenibile, tanto più che i conti dell'AVS sono già oggi sotto pressione a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita e dell'arrivo all'età pensionabile della generazione del baby boom.

Pensione a 66 anni

La Camera dei cantoni ha poi affrontato la seconda iniziativa, quella dei giovani PLR "Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)". Il suo scopo è migliorare la situazione finanziaria dell'AVS.

Stando all'iniziativa, l'età di pensionamento dovrebbe venir innalzata a tappe di due mesi all'anno fino ad arrivare ai 66 anni nel 2032. In seguito dovrebbe essere adattata alla speranza di vita aumentando di 0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare. In base alle previsioni attuali, i promotori stimano che l'età pensionabile salirà a 67 anni nel 2043 e a 68 nel 2056.

L'AVS sta andando incontro a un problema di finanziamento strutturale: quando è stato introdotto il Primo pilastro si riceveva una pensione in media per 13 anni, ora per 23 anni, ha affermato Josef Dittli (UR/PLR). "È compito nostro, del legislativo, proporre soluzioni adeguate a questi sviluppi".

Vista l'incapacità del Parlamento ad agire, non c'è da sorprendersi se vengono lanciate iniziative popolari, ha sostenuto l'urano. "Non si può semplicemente trasferire i debiti che si profilano all'orizzonte alle generazioni future", ha aggiunto Andrea Caroni (PLR/AR).

L'invecchiamento demografico tende a provocare a una carenza di manodopera. Un'età di pensionamento più alta permetterebbe di lottare contro questo fenomeno, ha spiegato da parte sua Thomas Hefti (PLR/GL), che, come i suoi colleghi, ha deplorato il fatto che non sia stato presentato un controprogetto all'iniziativa.

Al voto, la maggioranza dei "senatori" - 30 voti contro 11 (il Nazionale deve ancora esprimersi) - ha però ritenuto perlomeno inopportuno parlare di aumento dell'età pensionabile ad appena pochi mesi dall'approvazione del progetto AVS 21, che prevedeva, tra le altre cose, l'innalzamento a 65 dell'età di pensionamento per le donne. E ciò anche se il finanziamento a lungo termine dell'AVS non è garantito, ha spiegato Pirmin Bischof (Centro/SO) a nome della commissione.

Il Parlamento - ha proseguito il solettese - non è comunque restato inattivo: già nel 2021 ha approvato una mozione che chiede al governo di presentare entro la fine del 2026 un progetto di stabilizzazione dell'AVS per il periodo 2030-2040. Prima di pensare a modificare l'età pensionistica di riferimento, occorre attendere le proposte del Consiglio federale, ha sostenuto.

"Detto ciò, la Commissione ritiene che sarebbe fondamentalmente sbagliato inserire nella Costituzione un automatismo sul calcolo dell'età pensionabile e sull'età pensionabile stessa", ha sostenuto Bischof. Le nuove disposizioni sarebbero infatti troppo rigide, dato che in futuro per cambiarle bisognerebbe nuovamente modificare la Magna Charta elvetica. Charles Juillard (Centro/JU) ha detto di non volere "una regola fredda, cieca e senza cuore" per una questione che interessa la società intera-

Hans Stöckli (PS/BE) ha da parte sua fortemente criticato il concetto di speranza di vita media contenuto nell'iniziativa. Ci sono gradi differenze tra settori economici, ma anche tra regioni, ha spiegato il bernese: l'aspettativa di vita di un obvaldese è di oltre quattro anni superiore a quella di un glaronese, un falegname vive in media tre anni in meno di un professore, ha illustrato il socialista.

Alex Kuprecht (UDC/SZ) ha da parte sua invitato i colleghi liberali-radicali a non dimenticarsi del contesto: i progetti concernenti l'AVS hanno una possibilità davanti al popolo solo se sono ragionevolmente equilibrati. Orbene, non si può parlare di proposta equilibrata se questa prevede unicamente l'aumento dell'età pensionabile. Ciò ha infatti conseguenze su altri aspetti che vanno affrontati, ha sottolineato lo svittese.

Berset: iniziative non necessarie

Esprimendosi sulle due iniziative, anche il consigliere federale Alain Berset ha invitato alla prudenza, ricordando come sia difficile riuscire a passare lo scoglio di una votazione popolare: "negli ultimi 27 anni si è riusciti a portare a termine solo due riforme dell'AVS". Prima di pensare a modificare nuovamente il Primo pilastro, il consigliere federale ha chiesto ai "senatori" di portare a termine la riforma del Secondo.

In ogni caso, ha poi proseguito Berset, non si può accusare il Consiglio federale di immobilismo: dal 2017 ogni due/tre anni il Parlamento si è potuto esprimere su disegni di legge presentati dal governo concernenti la previdenza.

Anche le votazioni federali si sono susseguite con un ritmo simile; la prossima si terrà nel 2024. E la prossima riforma dell'AVS è già prevista, ha aggiunto Berset riallacciandosi a quanto detto da Pirmin Bischof. Insomma, se le iniziative popolari sono spesso l'input per affrontare un tema, in questo caso non sono proprio necessarie, ha concluso il ministro dell'interno.

 
 

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