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CAMERE FEDERALIRiesportazione delle armi verso l'Ucraina, resta tutto così

06.03.23 - 19:36
Il Consiglio degli Stati ha respinto la mozione che chiedeva di allentare le regole per l'export di armamenti acquistati in Svizzera
Depositphotos (marek_usz)
Fonte ats
Riesportazione delle armi verso l'Ucraina, resta tutto così
Il Consiglio degli Stati ha respinto la mozione che chiedeva di allentare le regole per l'export di armamenti acquistati in Svizzera

BERNA - La legge sul materiale bellico non va modificata nemmeno per consentire a Paesi che condividono i nostri valori di riesportare materiale bellico elvetico verso paesi aggrediti come l'Ucraina.

È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che, appellandosi alla necessità di preservare la credibilità della Svizzera e la sua neutralità, ha respinto - 23 voti a 18 e 2 astenuti - una mozione del "senatore" Thierry Burkart (PLR/AG) che intendeva edulcorare le attuali disposizioni di legge circa la cessione di armi all'estero.

La mozione del presidente del PLR è la risposta alla richiesta di vari Stati europei - come la Germania la Danimarca o la Spagna - al Consiglio federale di poter riesportare verso l'Ucraina materiale bellico acquistato in Svizzera.

Una questione di solidarietà
Attualmente, un'autorizzazione di esportazione di materiale bellico può essere concessa soltanto se lo Stato in questione ha firmato una dichiarazione che attesta che il materiale non sarà riesportato (dichiarazione di non riesportazione). Ciò per evitare che armi elvetiche vengano utilizzate in conflitti armati o finiscano in mano a terroristi.

Stando a Burkart, e con lui numerosi esponenti del suo partito e diversi del Centro, un allentamento non contravverrebbe al diritto della neutralità e permetterebbe di rafforzare la base tecnologica e industriale della Svizzera. «Diversi paesi cui abbiano negato la riesportazione - ha spiegato - ci hanno fatto intendere che, in futuro, potrebbero rivolgersi altrove per rifornirsi di armi». La mozione serve anche a preservare la nostra industria e, di riflesso, a rendere credibile la nostra neutralità armata, ha aggiunto.

Oltre a ciò, a detta di Burkart la guerra in Ucraina dimostra quanto sia stretta la cooperazione militare tra i Paesi che condividono i nostri valori, tra cui figura il rispetto del diritto internazionale violato gravemente dalla Russia. «Se neghiamo loro il diritto di trasferirsi reciprocamente le armi e i sistemi d'arma acquistati in Svizzera, ostacoliamo i loro sforzi in materia di sicurezza, di cui beneficiamo anche noi», ha indicato il "senatore" argoviese.

Una questione di credibilità
Ma per gli avversari della mozione, tra cui il campo rosso-verde e l'UDC, qualora la Svizzera dovesse modificare nel corso di una guerra le proprie leggi per concedere a un gruppo di Stati "scelti" il diritto di riesportare le proprie armi perderebbe agli occhi del mondo la propria credibilità e strapazzerebbe quella neutralità che in passato ci ha protetti più volte da conflitti sanguinosi.

Che lo si voglia o no, hanno indicato all'unisono Marco Chiesa (UDC/TI) e Daniel Jositsch (PS/ZH), anche se un solo colpo venisse fabbricato in Svizzera venisse sparato contro la Russia verremmo subito collocati nel campo degli avversari di questo Paese. La Svizzera, ha sottolineato il presidente dell'UDC Chiesa, può rendersi utile in questa guerra in altri modi, mediante l'aiuto umanitario o costruendo ponti tra i contendenti come è nella nostra tradizione.

Chiesa - secondo il quale, ma non è l'unico, una modifica della legge sul materiale bellico è contraria al diritto della neutralità come definito dalle convenzioni dell'Aia del 1907 - ha poi criticato l'autore della mozione e i suoi sostenitori per essersi fatti accecare dall'emozione del momento e essersi piegati alle pressioni provenienti dall'estero, perdendo uno dei valori fondanti della Svizzera, ossia la neutralità.

La Svizzera, «è uno stato di diritto: non siamo banderuole che cambiano direzione a seconda di dove tira il vento», ha affermato il ticinese, secondo il quale il destino della Svizzera consiste anche nell'assumere posizioni scomode, come accaduto in passato; e la neutralità, tanto osteggiata all'estero e incompresa, è una di queste hanno ricordato diversi "senatori".

Nessun margine di manovra
Nella sua replica, il consigliere federale Guy Parmelin, da cui dipende l'export di armamenti, ha ribadito la condanna della Svizzera dell'aggressione russa, ma ricordato che il Consiglio federale ha le mani legate: la neutralità e la legge sul materiale bellico ci impediscono di fare quanto la mozione ci chiede.

La Svizzera, qualora dovesse applicare la mozione, prenderebbe partito per una parte in causa nel conflitto, ciò che è contrario alla neutralità ha sottolineato il "ministro". Inoltre, una completa rinuncia alla dichiarazione di non riesportazione comporta un rischio. Ossia che materiale bellico svizzero arrivi attraverso Stati "virtuosi" - ossia Stati che hanno una legislazione sulle armi simile alla nostra - a Paesi che non soddisfano i criteri di autorizzazione della Confederazione. È il caso, stando a un esempio fatto in aula, di ipotetiche armi elvetiche vendute alla Gran Bretagna per poi essere cedute da quest'ultima all'Arabia Saudita o a altri Stati coinvolti in conflitti armati.

Parmelin ha anche ricordato che il giro di vite sull'export di armi è entrato in vigore una manciata di anni fa in risposta ad una iniziativa popolare - detta "correttiva" - che voleva di fatto impedire alla Confederazione di vendere armi all'estero. Una modifica della legge come chiesto dalla mozione cozzerebbe insomma contro la spirito del controprogetto governativo all'iniziativa e, in riflesso, sarebbe contrario alla volontà popolare.

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COMMENTI
 

Spartan555 1 anno fa su tio
Finalmente una decisione intelligente.

Tiki8855 1 anno fa su tio
Saggia decisione!

tulliusdetritus 1 anno fa su tio
E ci mancherebbe che non fosse così! Forse le elezioni di autunno cominciano a far riflettere alcuni parlamentari sul fatto che l'opinione del popolo dovrebbe essere ascoltata

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Parmelin OKKIO che sei ATTENZIONATO... rigare dritto e non tentare VARIANTI dell'ultimo minuto. Rischi il cadreghino con tanto di scaldino, segretaria, auto e tutti i benefici del RANGO..... IL GRANDE FRATELLO ti tiene d'okkio......da fuori e dentro palazzo.

APR-DRONE 1 anno fa su tio
CHIESA AVANTI COSI !!! non mollare mai. 1 : 0 per mamma PATRIA. Ora avviare SUBITO processo per smantellare i Leopard e FONDERLI in Svizzera e ricavarne OTTIMO ACCIAIO per le NOSTRE INDUSTRIE NON BELLICHE... Grazie di esistere.

Mat78 1 anno fa su tio
Meno male che la maggioranza ha ancora un po’ di sale in zucca. Burkart dimentica di essere svizzero, quanto c’è di mezzo l’interesse economico il plr spesso fa “confusione”, per restare eleganti.

Azteco 1 anno fa su tio
Almeno questa é nel verso giusto !

robinson 1 anno fa su tio
Molto sensato!! Basta gettare benzina sul fuoco……

Fogliani 1 anno fa su tio
Finalmente una buona notizia

Fogliani 1 anno fa su tio
Giusto

Tocqueville Alexis de 1 anno fa su tio
Voglio ricordare che, durante la 2a [dato sensibile rimosso], mentre Hitler faceva i danni che ha fatto, vi è stata una nazione che si professó neutrale. Era l'Irlanda che, per tornaconto personale in chiave anti Inglese, pensó di dichiararsi neutrale davanti alle devastazioni di Hitler. Oggi non è proprio una cosa di cui vantarsi per gli irlandesi, essere stati neutrali durante il nazismo...

SO2 1 anno fa su tio
Sulla Svizzera aveva ragione Gheddafi...

Princi 1 anno fa su tio
si si staremo a vedere io sono pessimista , troveranno il modo di regalarli

Lukystrike 1 anno fa su tio
L’unico risultato che si otterrà è dichiararsi apertamente filo russi. Perchè la neutralità NON ESISTE. Se non ti schieri da una parte sei automaticamente con l’altra, ricordiamoci che ci hanno OBBLIGATI ad adottare le stesse sanzioni dell’UE. Un altro risultato si otterrà e sarà quello di farsi nemici in Europa e nel Mondo di stare con in tiranni ed ovviamente nessuno comprerà più un bullone che servirà agli eserciti Europei E Mondiali. Bravi complimenti

Robi57 1 anno fa su tio
Risposta a Lukystrike
Complimenti, bel ragionamento. Se la teoria di De Andrè è giusta, dalla tua testa nascono i fiori

RV50 1 anno fa su tio
Una notizia positiva , e adesso che il nazionale faccia la sua parte

leobm 1 anno fa su tio
Mi auguro che anche il nazionale segua. Non per fregarsene ma per essere più attivi diplomaticamente e magari visto che la Svizzera è seduta al fianco della Russia nel consiglio di sicurezza dell'ONU dovremmo insistere a che la Russia torni a più miti e saggi consigli oh no???!!!

Quasi svizzeri 1 anno fa su tio
Risposta a leobm
Il punto è che la Russia non vuole nulla da Cassis e la consigliera federale, perchè sono pure andati in Ucraina, qualcuno di neutrale sarebbe andato anche in Russia, ma palesemente ormai i nostri politici sono influenzati dall'Europa e dagli stati uniti, infatti all'ultimo consiglio dell'Onu han espresso chiaramente in faccia di Scassis che non vogliono aver nulla a che fare, sanzionare solo la Russia è una presa in giro, dal 2014 gli ucraini uccidevano ucraini e russi. se fosse stata in svizzera la medesima situazione voglio proprio vedere se avesse iniziato a bombardare i propri cantoni e cittadini.

Nola 1 anno fa su tio
Una buona notizia.
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