Il friburghese respinge gli appelli dei politici borghesi e si dice ben contento di portare avanti il suo lavoro anche oltre il 2023.
BERNA - Nonostante il brutto risultato alle elezioni per la presidenza della Confederazione e gli appelli dei politici borghesi che vorrebbero le sue dimissioni, Alain Berset vuole rimanere consigliere federale oltre il 2023. Il socialista friburghese ha importanti progetti da concludere.
«Voglio continuare a lavorare oltre il 2023 e portare avanti i dossier», dichiara Berset, 50 anni, in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. Nel 2023 sarà il membro con più esperienza del Consiglio federale e presiederà la Confederazione per la seconda volta, ma rimarrà il ministro più giovane. «Sono ancora pieno di energia e voglio continuare», aggiunge.
Il Ministro dell'Interno non commenta le voci secondo cui durante la ridistribuzione dei dipartimenti di venerdì scorso gli sarebbe stata negata la dirigenza dei dicasteri delle Finanze e degli Esteri. «Il Consiglio federale deve mettere insieme una squadra che sia la migliore per il Paese», dice semplicemente Berset.
Il suo entusiasmo per il Dipartimento federale dell'interno (DFI) è sempre grande: è «molto felice» di essere lì. «Nel campo della salute, ci sono ancora molte aree su cui lavorare, come il finanziamento uniforme dei servizi ambulatoriali e ospedalieri», nota. Sono poi ancora in sospeso anche due iniziative popolari sui costi della salute, accompagnate da controprogetti, aggiunge.
Nell'ambito della previdenza per la vecchiaia, la riforma del secondo pilastro e il miglioramento delle pensioni per le donne e i lavoratori a basso reddito sono ancora in discussione, prosegue il socialista, sottolineando che il progetto del Consiglio degli Stati è molto lontano da quello del Consiglio federale. E risolvere la questione «non sarà una passeggiata».
Berset relativizza poi i timori su un'inversione di rotta nella politica di svolta energetica con l'arrivo dell'UDC Albert Rösti alla direzione del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC). Un capo dipartimento ha una certa influenza, ma a questo segue sempre un dibattito aperto in governo e in parlamento, sottolinea. Per abbandonare la strada della transizione energetica, l'intero Consiglio federale dovrebbe cambiare idea, conclude il friburghese, specificando che non crede che questo sia realistico.