Il presidente Udc chiede l'insegnamento in presenza nelle scuole
OENSINGEN - Da settimane nel mirino delle critiche dell'UDC, oggi il consigliere federale Alain Berset (PS) è stato nuovamente attaccato, ma questa volta direttamente dal presidente del partito, Marco Chiesa, secondo cui ristoranti e negozi andrebbero riaperti.
Collegatosi virtualmente con i delegati da Oensingen (SO) per l'assemblea del partito, il ticinese ha sottolineato che i valori di base riguardanti la diffusione della pandemia, quali mortalità, nuove infezioni e l'importante tasso di riproduzione, sono scesi. Nonostante ciò, ha proseguito il consigliere agli Stati, «il consigliere federale non intende cedere sul lockdown».
«Berset è il ministro della sanità più caro della storia», secondo Chiesa, a cui parere il lockdown attuale brucia sei milioni di franchi all'ora. Anche per l'UDC la protezione della salute della popolazione è prioritaria, ha assicurato il ticinese, ma «non si devono dimenticare i posti di lavoro e l'economia».
Mi impegnerò, ha aggiunto il presidente dei democentristi, affinché il ceto medio non sia il solo a pagare lo scotto della situazione due volte, ossia con la chiusura di attività economiche e un taglio dei salari, ma anche con l'aumento delle imposte.
Oltre all'apertura di ristoranti e negozi, l'UDC chiede che le scuole rimangano aperte al fine di garantire l'insegnamento in presenza. Per le case di cura e riposo andrebbero invece «finalmente» elaborati piani di protezione efficaci a livello nazionale. Alle frontiere dovrebbero essere introdotti "immediatamente" test sistematici. Il ritmo di vaccinazione della popolazione in Svizzera andrebbe inoltre accelerato.
Stando a Chiesa, l'UDC è l'unico partito in Svizzera critico nei confronti della gestione della pandemia da parte del governo e che persegue una strategia coerente di contrasto al coronavirus.
Decisioni di voto - Riunitisi virtualmente oggi in assemblea a Oensingen (SO), i delegati dell'UDC hanno sostenuto, come prevedibile, l'iniziativa "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" in votazione il prossimo 7 di marzo. Accolti pure la legge federale sui servizi d'identificazione elettronica, anche se con qualche malumore, e, facilmente, l'accordo di libero scambio con l'Indonesia, due dossier contro i quali è stato lanciato il referendum.