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SVIZZERAImprese responsabili e materiale bellico: verso un doppio “sì”

23.10.20 - 07:33
I risultati del primo sondaggio SSR confermano quanto emerso da quello di 20 minuti e Tamedia
TiPress - foto d'archivio
Fonte ats
Imprese responsabili e materiale bellico: verso un doppio “sì”
I risultati del primo sondaggio SSR confermano quanto emerso da quello di 20 minuti e Tamedia

BERNA - Se si fosse votato a metà ottobre, i cittadini elvetici avrebbero accettato entrambe le iniziative al voto il prossimo 29 novembre. È quanto indica il primo sondaggio SSR pubblicato oggi, in linea con i risultati di quello di 20 minuti e Tamedia.

Raccolgono i favori della maggioranza sia l'iniziativa popolare "per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico", sia quella "per imprese responsabili - a tutela dell'essere umano e dell'ambiente".

Quest'ultima verrebbe accolta dal 63% degli intervistati, che si sono detti "molto a favore" o "piuttosto a favore". Dal sondaggio SSR, condotto dall'istituto gfs.bern, emerge che il 33% avrebbe votato "contro" o "piuttosto contro". Il 68% ha già preso una decisione definitiva e non cambierà opinione.

Il testo crea una forte polarizzazione tra i campi politici: i sostenitori dell'UDC e del PLR sono contrari (rispettivamente con una quota del 58% e del 66%), mentre quelli di tutti gli altri partiti sostengono l'iniziativa. Più combattuta tra i simpatizzanti PPD (verrebbe approvata con il 56%), l'iniziativa trova più consensi tra i Verdi Liberali (78%) e in particolare tra PS (93%) e Verdi (95%).

A livello regionale, la Svizzera italiana (67%) è orientata in larga misura verso il sì, così come la Romandia (70%). Meno convinti, ma comunque favorevoli, gli svizzero-tedeschi (61%). Le donne (72%) sono molto più a favore degli uomini (55%), così come le persone con un reddito basso, rileva gfs.bern.

Più combattuto il commercio bellico - Appare invece più combattuta l'iniziativa popolare "per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico", che raccoglie il 54% dei consensi. Il 41% degli intervistati si è detto "contrario" o "piuttosto contrario". Tuttavia, avvisa l'istituto gsf.bern, se il testo segue l'evoluzione normale della formazione dell'opinione sulle iniziativa, finirà per essere bocciato.

Anche in questo caso c'è una chiara polarizzazione destra-sinistra: il sostegno maggiore proviene dai simpatizzanti di Verdi (91%) e PS (87%), ma contrariamente alle indicazioni del partito il "sì" dilaga anche tra i Verdi Liberali (65%). I sostenitori del PPD, dal canto suo, respingerebbero il testo nella misura del 56%. Tra PLR e UDC, solo il 20% e il 29%, rispettivamente, tendono a sostenere l'iniziativa.

Nella Svizzera italiana i favorevoli al testo raggiungono il 58%, mentre tra gli intervistati romandi e svizzero-tedeschi l'approvazione è attorno al 53%. Tuttavia, nota gsf.bern, le differenze sono piuttosto a livello regionale: più grande è l'agglomerato urbano, maggiore è la propensione al "sì". Anche le donne (63%) sono decisamente più orientate verso l'approvazione del testo, rispetto agli uomini (44% di "sì").

La prima inchiesta della SSR è stata realizzata tra il 5 e il 19 ottobre 2020 interrogando 15'267 persone. Il margine di errore statistico è di +/-2,9%.

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