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SVIZZERALa Legge sull'asilo non cambia

24.09.20 - 10:29
Il Consiglio nazionale ha bocciato oggi una proposta degli Stati che richiedeva un giro di vite.
Keystone (archivio)
Fonte ats
La Legge sull'asilo non cambia
Il Consiglio nazionale ha bocciato oggi una proposta degli Stati che richiedeva un giro di vite.
La modifica prevedeva di mettere dei paletti per le persone che beneficiano dello statuto S e che volevano un ricongiungimento familiare.

BERNA - Coloro che beneficiano dello statuto di persone bisognose di protezione (statuto S, mai utilizzato finora) non dovranno essere svantaggiate per quanto riguarda il ricongiungimento famigliare. Il Consiglio nazionale ha respinto oggi - con 112 voti a 78 contrari e 1 astenuto - un cambiamento della legge sull'asilo proposto dagli Stati, che avrebbe introdotto restrizioni. Il dossier torna agli Stati.

Secondo la Camera del popolo, i richiedenti asilo con permesso S devono poter continuare a portare immediatamente le loro famiglie in Svizzera, senza dover aspettare tre anni, come avviene con chi è ammesso provvisoriamente. La proposta era scaturita da una iniziativa parlamentare dell'ex "senatore" Philipp Müller (PLR/AG).

Secondo quest'ultimo, il problema nasce dato dal fatto che l'esteso diritto al ricongiungimento familiare ha di fatto impedito al governo il ricorso allo statuto S, che finora non è mai stato utilizzato. La modifica legislativa proposta avrebbe dovuto rimediare. Il suo scopo è garantire la protezione provvisoria ai profughi di guerra che nell'immediato non hanno prospettive di poter tornare a casa senza oberare il sistema elvetico in materia di asilo con numerose procedure di asilo individuali.

Il Consiglio federale sosteneva la modifica. La ministra di giustizia Karin-Keller Sutter ha affermato che la pratica dimostra che un rapido ricongiungimento familiare riduce sostanzialmente la disponibilità al ritorno. Ha però aggiunto che il governo è consapevole dei problemi legati allo statuto S.

La creazione dello statuto S risale agli anni Novanta del secolo scorso quando la Svizzera è stata confrontata con un grande afflusso di persone in cerca di protezione che fuggivano dai conflitti armati nell'ex Jugoslavia. Molti non soddisfacevano però i criteri che permettevano l'ottenimento dello statuto di rifugiato, ma il loro rinvio non era possibile per ragioni umanitarie o inerenti al diritto internazionale.

Anche oggi per restare in Svizzera le persone bisognose di protezione non hanno altra scelta che presentare una domanda d'asilo. Una volta respinta la loro richiesta, viene loro concesso il Permesso F (per persone ammesse provvisoriamente) destinato a coloro il cui allontanamento dalla Svizzera non è possibile.

Per risolvere questa situazione nel 1998 è stato introdotto il "principio della protezione provvisoria". Questo possibilità permette di garantire provvisoriamente la protezione di un grande gruppo di persone senza dover controllare le domande di asilo individualmente.

Si tratta di uno strumento concepito come garanzia di una protezione provvisoria e pertanto presuppone che il grave pericolo generalizzato al quale sono esposte le persone interessate sia di durata relativamente breve e che queste possano ritornare a casa una volta estinto il pericolo.

Finora la Svizzera ha sempre saputo gestire il numero elevato di domande di asilo con le strutture ordinarie, motivo per il quale la protezione provvisoria non è mai stata applicata.

Vi è poi anche un'altra questione, legata alla sicurezza: la proceduta applicata alle persone bisognose di protezione è un iter semplificato che può rendere difficile l'identificazione di persone che potrebbero aver commesso un crimine secondo il diritto penale internazionale. Insomma, anche con l'inasprimento delle condizioni per il raggruppamento famigliare non è detto che lo statuto S venga effettivamente usato.

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