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SVIZZERADopo il caso Bosia Mirra, resta il "reato di solidarietà"

04.03.20 - 19:49
Il Consiglio nazionale non approva la soppressione del reato.
TiPress - foto d'archivio
Fonte ats
Dopo il caso Bosia Mirra, resta il "reato di solidarietà"
Il Consiglio nazionale non approva la soppressione del reato.
Il principio di proporzionalità viene già oggi applicato.

BERNA - Chi aiuta migranti a entrare illegalmente in Svizzera continuerà ad essere punibile. Il Consiglio nazionale ha respinto oggi - con 102 voti contro 89 - un'iniziativa parlamentare di Lisa Mazzone (Verdi/GE) che chiedeva una modifica della legge federale sugli stranieri.

La ginevrina voleva sopprimere il cosiddetto "reato di solidarietà". Per Mazzone, la persona che presta assistenza non dovrebbe essere punibile se i suoi motivi sono onorevoli. Queste rivendicazioni sono state formulate anche da Amnesty International e Solidarité sans frontières.

I giudici dispongono già della possibilità di rinunciare a una pena detentiva e di disporre soltanto una multa o una pena pecuniaria, ha replicato Gerhard Pfister (PPD/ZG) a nome della commissione. Insomma, il principio di proporzionalità viene già oggi applicato.

Nel 2017 ci sono state 1175 condanne per incitazione all'entrata, alla partenza o al soggiorno illegale di uno straniero. In Ticino Lisa Bosia Mirra è stata condannata per aver aiutato 24 profughi a entrare illegalmente in Svizzera nell'agosto 2016. Alla fine di ottobre 2019, la Corte d'appello e revisione penale l'ha prosciolta dall'accusa di aiuto al soggiorno illegale e riconosciuta invece colpevole di ripetuto aiuto all'entrata e alla partenza illegale. La sua sanzione è stata ridotta.

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