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BERNARespinti i drastici tagli all'aiuto sociale

19.05.19 - 16:17
La proposta prevedeva di ridurre il forfait di mantenimento dell'8%, che copre i bisogni di base per l'insieme dei beneficiari dell'assistenza sociale
Keystone
Respinti i drastici tagli all'aiuto sociale
La proposta prevedeva di ridurre il forfait di mantenimento dell'8%, che copre i bisogni di base per l'insieme dei beneficiari dell'assistenza sociale

BERNA - I cittadini del cantone di Berna hanno respinto oggi a sorpresa alle urne con il 52,6% dei voti una modifica della legge sull'assistenza sociale che prevedeva di ridurre drasticamente, rispetto a quanto fissato nelle sue linee direttive dalla Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS), i forfait di mantenimento dei beneficiari dell'assistenza sociale.

Berna continua così ad aderire agli standard nazionali fissati dalla COSAS, lanciando un segnale anche ad altri cantoni che stanno valutando tagli analoghi.

Il controverso disegno di legge votato dal Gran Consiglio a maggioranza di destra è stato respinto con 158.378 voti contro 142.757 sì. La proposta portava la firma del consigliere di Stato UDC Pierre Alain Schnegg e prevedeva di ridurre il "forfait di mantenimento", che copre i bisogni di base per l'insieme dei beneficiari dell'assistenza sociale, dell'8% rispetto alla cifra suggerita dalla COSAS.

Attualmente a Berna questo forfait è di 977 franchi al mese per una persona singola (9 franchi in meno dei 986 franchi auspicati dalla COSAS), e di 2090 franchi per una famiglia di quattro persone (COSAS: 2110), perché il governo non ha adeguato i forfait al rincaro. Con il taglio si sarebbe passati rispettivamente a 907 e 1941 franchi.

Si tratta dell'aiuto che copre i bisogni vitali - alimentazione, abbigliamento, trasporti, igiene, senza spese sanitarie e di alloggio, a carico dello Stato). Schnegg chiedeva addirittura il 10% in meno. Qualora il disegno di legge fosse stato accolto, il taglio avrebbe potuto salire fino al 15% per i 18-25enni e per gli ammessi a titolo provvisorio, e addirittura fino al 30% per chi di loro non segue una formazione o non si trova un lavoro entro sei mesi.

Il disegno di legge mirava a rendere il lavoro remunerato più attraente dell'assistenza, favorendo l'inserimento professionale, e a sgravare nel contempo Cantone e Comuni (da 8 a 19 milioni di franchi secondo i calcoli del governo). Nel canton Berna, il tasso di persone in assistenza (circa 42'700) è del 4,2%, più alto della media svizzera (3,3%). A Bienne arriva addirittura all'11,5%, un record tra le città elvetiche (dati del 2017).

I bernesi hanno respinto, con il 56% dei suffragi (164'927 contro 129'336), anche l'altra variante sottoposta alla loro attenzione, un "progetto popolare" che mirava a migliorare lo status quo e prevedeva prestazioni complementari per i disoccupati anziani. Il progetto popolare, forma di referendum propositivo che consente di modificare parzialmente disegni di legge e decreti, era stato proposto come alternativa da ambienti della sinistra.

Il Gran Consiglio ne aveva raccomandato il rigetto, sostenendo che avrebbe causato maggiori spese tra i 17 e i 28 milioni di franchi. Il progetto voleva che tutti i contributi assistenziali fossero fissati secondo le norme della COSAS, rincaro compreso.

Il testo voleva inoltre che chi perde il lavoro dopo i 55 anni ed esaurisce il diritto alle indennità di disoccupazione venisse sostenuto secondo i modi di calcolo delle prestazioni complementari AVS/AI. I disoccupati anziani avrebbero ricevuto così un sostegno finanziario più generoso di quello dell'assistenza.

Il progetto di tagli bernese non è l'unico in cantiere e, se fosse stato accolto alle urne, avrebbe potuto trovare emuli altrove dopo che la stessa Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS) già nel 2015 aveva preconizzato linee direttive più severe, in particolare per famiglie numerose e giovani adulti. Ad Argovia, il legislativo ha accettato un anno fa due postulati che contemplano tagli del 30%, la stessa percentuale a cui si accenna in una mozione approvata dai parlamentari di Basilea Campagna.

Lo scorso gennaio, la COSAS aveva deplorato questa tendenza, sostenendo che a Berna il forfait di sostentamento è già inferiore alle spese per i bisogni vitali e che nuove riduzioni comprometterebbero la copertura del minimo esistenziale.

Secondo la COSAS, in caso di riduzione dell'8%, una famiglia di quattro persone avrebbe disposto di circa 7 franchi al giorno per acquistare cibo, bevande e tabacco e di circa 5 franchi se il calo fosse del 30%.

La COSAS auspicava anche che gli ultra 55enni che perdono il lavoro potessero rimanere affiliati agli Uffici regionali di collocamento (URC) fino all'età di pensionamento e percepire le prestazioni complementari invece dell'aiuto sociale.

Alla COSAS aderiscono tutti i cantoni e circa 1500 comuni. Le sue direttive che fissano gli standard per i beneficiari dell'assistenza sono generalmente seguite in tutta la Svizzera. Negli ultimi anni ha però dovuto far fronte ad aspre critiche, in particolare da politici di destra.
 
 

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