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SVIZZERAEspulsione dei terroristi stranieri: «Viola il principio di non-refoulement»

19.03.19 - 16:49
Secondo Amnesty International il testo è inapplicabile e manda «un segnale estremamente negativo alla comunità internazionale»
Espulsione dei terroristi stranieri: «Viola il principio di non-refoulement»
Secondo Amnesty International il testo è inapplicabile e manda «un segnale estremamente negativo alla comunità internazionale»

BERNA - Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi la mozione di Fabio Regazzi secondo cui i terroristi islamici con passaporto estero presenti in Svizzera vanno espulsi verso i rispettivi paesi di origine, anche se la loro vita potrebbe essere in pericolo. Amnesty deplora questa decisione, in quanto «viola il principio di non-refoulement».  

Il principio del non-refoulement vieta l'estradizione o il rimpatrio di un individuo in un altro paese se vi sono seri motivi per ritenere che sussista - per la persona interessata - un grave rischio di tortura, trattamento disumano o qualsiasi altra forma di grave violazione dei diritti umani nel paese di destinazione. Consentendo il ritorno di jihadisti condannati per reati commessi in relazione allo Stato islamico nel proprio paese d'origine, anche se questo è ritenuto poco sicuro, «la Svizzera contraddice direttamente un elemento obbligatorio del diritto internazionale sancito da diverse convenzioni internazionali (Convenzione di Ginevra del 19521, Convenzione contro la tortura, CEDU), al quale non sono concesse deroghe (ius cogens)».

Alain Bovard, lobbista della sezione svizzera di Amnesty International, ha dichiarato che «ora le nostre autorità si troveranno nella spiacevole situazione di dover mettere in atto un testo che è inapplicabile». Qualora la decisione odierna venisse messa in pratica, la Svizzera invierebbe «un segnale estremamente negativo alla comunità internazionale». Bovard ha concluso: «Le autorità devono essere in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, ma questo non può avvenire a scapito della vita o dell'integrità fisica e psicologica delle persone che sono considerate pericolose. Soprattutto perché il numero di persone sospettate di atti terroristici legati allo Stato Islamico e che verrebbero in Svizzera da un Paese non sicuro è probabilmente minimo».

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