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SVIZZERAUn'uscita dall'atomo non priva di critiche

17.03.19 - 10:59
Al termine della procedura di consultazione, la disattivazione delle centrali nucleari divide. C'è chi parla di autogol per la politica energetica e chi teme ripercussioni finanziarie
Keystone (archivio)
Un reattore di Beznau
Un reattore di Beznau
Un'uscita dall'atomo non priva di critiche
Al termine della procedura di consultazione, la disattivazione delle centrali nucleari divide. C'è chi parla di autogol per la politica energetica e chi teme ripercussioni finanziarie

BERNA - Come già era emerso fin dall'apertura della procedura di consultazione, le modalità di finanziamento delle operazioni di disattivazione delle centrali nucleari sono fortemente criticate.

La principale critica all'ordinanza, mossa in particolare dalle imprese del settore, è la prevista riduzione dei rendimenti del capitale dei due fondi per il finanziamento delle disattivazioni. Il timore è che le aziende vedano aumentare il proprio contributo.

Il gruppo Axpo, responsabile della centrale di Beznau e co-proprietario di Leibstadt e Gösgen, valuta la revisione discutibile da un punto di vista dei regolamenti e un autogol per la politica energetica. La riduzione dei rendimenti è giudicata arbitraria.

Gli stessi argomenti vengono utilizzati dalla società energetica BKW, che gestisce Mühleberg. Le aziende vengono sostenute nelle loro tesi dai cantoni in cui si trovano gli impianti nucleari.

A livello di partiti, la revisione proposta dal Consiglio federale viene respinta dal PLR nella forma attuale. Nel disegno è previsto che i gestori occuperebbero solo un terzo dei seggi nell'organo incaricato della gestione dei fondi, contro due terzi per i membri indipendenti. Questo approccio è visto come un'espropriazione, oltre che una riduzione di conoscenza del settore nell'organo.

Il PLR critica anche il cambiamento nei rendimenti di capitale. Dello stesso avviso è l'UDC, poiché i proprietari delle centrali si vedrebbero privati di miliardi di franchi, tutto denaro che non potrebbe più essere investito, afferma il partito.

A sinistra, il PS non vede di buon occhio la soppressione del supplemento di sicurezza forfettario del 30% introdotto nel 2015. Secondo i socialisti, si tratta dello strumento più importante per la sicurezza finanziaria della Confederazione.

Dello stesso avviso anche i Verdi, che vorrebbero anzi aumentare il supplemento di sicurezza. L'esempio della Germania, sottolinea il partito ecologista, dimostra che i lavori di smantellamento delle centrali costano molto più caro di quanto solitamente previsto.

I Verdi liberali sostengono dal canto loro che la revisione dell'ordinanza dovrebbe permettere di investire le risorse dei fondi non solamente sulla piazza finanziaria, ma anche nella produzione di energia rinnovabile. Il PPD non si è invece espresso.

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